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L'idiota (7)

Fëdor Dostoevskij

Genere: Classici,

Editore: Feltrinelli

Anno: 2014

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 768 Pagine

Isbn 10: 8807901005

Isbn 13: 9788807901003

Trama

Una parabola di tre amori: Myskin e Nastà s'ja, Aglà ja e Myskin, Nastà s'ja e Rogòzin: "Se davvero tutte queste sono forme d'amore, ebbene è il concetto stesso di amore che ci si dissolve tra le mani, come una chimera che può assumere le forme più assurde e contradditorie, fino a far perdere qualsiasi senso al suo stesso nome". Un romanzo intessuto di tutti i principali temi della narrativa dostoevskiana, del dilemma dell'esistenza; un racconto polifonico di personaggi ambigui, non conclusi, che ruotano attorno alla figura del principe Myskin. Egli non è un profeta, né un cercatore di Dio che spera di trovare la Verità , un credo che gli sveli il significato della vita; no, l'"idiota" è un malato, a metà  strada tra l'angelo e l'uomo, "uno che cerca nell'intimo della sua coscienza le motivazioni essenziali del suo modo di essere, evitando da una parte le insidie della volontà  di autoaffermazione, e dall'altra ogni tentazione di voler rappresentare un modello o un esempio per gli altri, di pretendere di indicare a essi la via. Il mondo gli appare come un immenso enigma, che ora lo riempie di gioiosa e ammirata esultanza, ora invece gli fa avvertire una dolorosa stretta al cuore per lo struggente sentimento di essere l'unico estraneo a quel 'banchetto'".

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Le recensioni degli AccioBookers

Marylou_0988

E' idiota chi ama totalmente senza riserva alcuna e con assoluta generosità? E' idiota chi è veramente capace di rispetto, compassione, empatia? L'idiota è un romanzo molto bello, che cerca il vero significato dell'amore, la portata della libertà che ciascun uomo ha di sviluppare e realizzare la propria persona nel rapporto con gli altri. Il principe Myskin rappresenta quel modello di amore che conduce l'uomo a compiere il percorso e dare pienezza al proprio io donandosi a tutti, anima e corpo senza riserve. Ma per gli altri, quasi per tutti, è "l'idiota". Tant'è che il romanzo si risolve nella sconfitta dell'assolutamente buono. Dostoevskij ci ha lasciato, grazie anche alla profondità di analisi psicologica e di tratteggio dei caratteri di cui è artista, un "classico" ricco delle riflessioni più varie: dalla reale possibilità che l'uomo sappia amare, al ruolo sociale dell'aristocrazia, del socialismo, del cristianesimo. Bello e denso di atmosfera anche il ritmo teatrale, a tratti tormentato e concitato, del raccontare.