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La scomparsa di Stephanie Mailer (35)

Joël Dicker

Genere: -, Gialli

Editore: La nave di Teseo

Anno: 2018

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 640 Pagine

Isbn 10: 8893445093

Isbn 13: 9788893445092

Trama

Il 30 luglio 1994 a Orphea, nello stato di New York, sta per inaugurare la prima edizione del locale festival teatrale. Ma la cittadina viene sconvolta da un terribile omicidio: il sindaco della città viene ucciso in casa insieme a sua moglie e suo figlio. Nei pressi viene ritrovato anche il cadavere di una ragazza, Meghan, uscita di casa per fare jogging. Il caso viene risolto, l'omicida incriminato da due poliziotti, Jesse Rosenberg e Derek Scott. Lunedì 23 giugno 2014. Jesse Rosenberg, a una settimana dalla pensione, viene avvicinato da una giornalista, Stephanie Mailer, la quale gli annuncia che il caso del 1994 non è stato risolto: la persona a suo tempo incriminata è innocente. Ma non ha il tempo per fornire prove. Pochi giorni dopo viene denunciata la sua scomparsa.

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Le recensioni degli AccioBookers

Stefi

Recensito il 24/08/2023

Per molte pagine ho letto intensamente e piacevolmente questo libro, poi è diventato molto ripetitivo e alcune cose davvero senza senso e forse fuori dalla realtà, credo che 200 pagine potevamo risparmiarcele.

coeurgris

Recensito il 14/09/2023

Bello, bello, bello.
E devo anche dire che mi è piaciuto anche di più de "La verità sul caso Harry Quebert". È un continuo colpo di scena che ti fa rimanere incollata alle pagine per cercare di capire chi possa essere il colpevole.
5 stelline.

TinyNurse

Recensito il 23/09/2024

Joël Dicker ha questo talento naturale nel farti fare nottate in bianco per finire i suoi romanzi.

Che dire? Bellissimo, appassionante e molto scorrevole nonostante le 700 pagine. La trama è sempre “viva” e, per quanto ricca di dettagli, molto semplice da ricordare!

Unica pecca: il finale, ho trovato l'assassino privo di carattere e, sebbene non me l'aspettassi, non mi ha stupita!

Emiliano1!

Recensito il 29/10/2024

Per i miei gusti un po' classici in fatto di gialli, questo romanzo non è stato all'altezza delle aspettattive generate anche dalla sua mole non indifferente. All'inizio il racconto procede in modo lento, con moltissimi flashback del passato che ci accompagneranno fino alla fine del libro. Le storie, inoltre, vengono raccontate usando più voci. Sebbene all'inizio di ogni capitolo vengano sempre specificati i personaggi che stanno raccontando la storia e lo spazio temporale della stessa, la narrazione dà l'idea di essere sempre spezzettata e non dinamica. Ad ogni modo, dopo un po', ci si prende la mano, anche perché la storia inizia a decollare. L'intreccio, infatti, è molto particolare e complesso e difficilmente il lettore riuscirà ad arrivare alla soluzione del caso da solo. Nel romanzo sono presenti tanti personaggi e, come vuole il genere, quasi tutti sono sospettati perché in possesso di movente e segreti. Il lettore, quindi, è portato a fare deduzioni e ad avere qualche sospetto, proprio come se fosse lui stesso un investigatore. Fino a qui potrebbe sembrare il romanzo giallo della vita, ma non è stato così. La scomparsa di Stephanie Mailer presenta dei problemi, alcuni secondo me anche gravi. I dialoghi talvolta non sono all'altezza della situazione perché l'autore utilizza dei termini abbastanza puerili (dubito sia un problema del traduttore). I personaggi non sono ben caratterizzati e, a fronte di una mole di settecento pagine, avrebbero dovuto esserlo poiché c'era spazio in abbondanza per raccontarli al meglio. Pertanto, il lettore non è invogliato a simpatizzare né a provare empatia per nessuno di essi. In più, ci sono alcune storie personali completamente distaccate dalla trama che non aggiungono nulla, nemmeno un vago sospetto di colpevolezza. A che pro metterle, se non per far lievitare inutilmente le pagine del romanzo? Dicker avrebbe potuto tagliare tranquillamente duecento pagine, forse anche di più. Avrei potuto, comunque, passare sopra a tutti questi nei, più o meno importanti, perché nonostante tutto il romanzo mi stava piacendo abbastanza, soprattutto per via dell'intreccio. Poi, però, è arrivata la fine. Senza entrare nel dettaglio, il problema non è tanto il finale in sé ma come è stato raccontato dall'autore. Se ho un giallo da 700 pagine, peraltro molto intricato, da lettrice pretendo che il finale sia fatto bene e non liquidato in due-tre pagine. Sia l'intreccio, che le tante ore di lettura, creano un'aspettativa nel lettore, quindi non si può risolvere tutto in modo così sbrigativo, specialmente se il romanzo non si è contraddistinto per velocità. Se consiglio il libro? Dipende. È sicuramente una lettura estiva, la classica da fare sotto l'ombrellone e, se non ci si aspetta troppo da questo romanzo, risulta certamente gradevole. Chi è appassionato di gialli fatti a regola d'arte o chi è abituato ai classici che hanno fatto la storia di questo genere, probabilmente non lo apprezzerà. Può piacere, invece, a chi non è molto abituato al giallo o a chi non ha troppe pretese.