Tempo di lettura stimato:
13h 30m
Genere: Realismo magico, Classici moderni, -
Editore: Mondadori
Anno: 1996
Lingua: Italiano
Rilegatura: Flessibile
Pagine: 405 Pagine
Isbn 10: 880441393X
Trama
Da José Arcadio ad Aureliano Babilonia, dalla scoperta del ghiaccio alle pergamene dello zingaro Melquíades finalmente decifrate: cent'anni di solitudine della grande famiglia Buendía, i cui componenti vengono al mondo, si accoppiano e muoiono per inseguire un destino ineluttabile. Con questo romanzo tumultuoso che usa i toni della favola, sorretto da un linguaggio portentoso e da un'inarrestabile fantasia, Gabriel García Márquez ha saputo rifondare la realtà e, attraverso Macondo, il mitico villaggio sperduto fra le paludi, creare un vero e proprio paradigma dell'esistenza umana. In questo universo di solitudini incrociate, impenetrabili ed eterne, galleggia una moltitudine di eroi predestinati alla sconfitta, cui fanno da contraltare la solidità e la sensatezza dei personaggi femminili. Con la sua forza, il suo bagaglio di visioni e di prodigi, con la sua capacità di reinventare il mondo, "Cent'anni di solitudine" è il libro rivelazione che ha rivoluzionato il modo di narrare e ha aperto alla forma romanzo una nuova stagione di successi. Un capolavoro insuperato e insuperabile, un racconto tra i più amati di ogni tempo, un «romanzo ideale», secondo le parole dello stesso autore, «capace di rivoltare la realtà per mostrarne il rovescio».
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Le recensioni degli AccioBookers
alessiab
Recensito il 22/07/2021
- favoloso: nell'ultrarealismo grottesco e volgare si infiltra il magico delle leggende popolari, delle inquietudini segrete, dell'abbondanza. - ironia bonaria del narratore: l'autore ricorda e il narratore racconta con nostalgico divertimento ciò che sa e immagina. - eros e amore: è l'amore che mette fine alla stirpe. L'eros, invece, forse personificato da Pilar Ternera, ha sempre aiutato - e fino all'ultimo - i Buondia. - stile: pieno, elaborato, ricco di immagini; un vortice, che spazza via la città di Macondo; riflessione metalinguistica sul "nome delle cose", "appeler un chat un chat".