Biografia
Elena Ferrante è una scrittrice italiana. Nel 2016 il settimanale statunitense Time l'ha inserita tra le 100 persone più influenti al mondo. Dal suo primo romanzo, L'amore molesto, edito nel 1992, vincitore del Premio Procida-Isola di Arturo-Elsa Morante e del Premio Oplonti d'argento, nonché selezionato al Premio Strega e al Premio Artemisia, è stato tratto l'omonimo film di Mario Martone, in concorso al 48º Festival di Cannes. Dal romanzo successivo, I giorni dell'abbandono, edito nel 2002 e finalista al Premio Viareggio[9], è stata realizzata la pellicola omonima di Roberto Faenza, in concorso alla 62ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Nel saggio La frantumaglia, edito nel 2003, racconta la sua esperienza di scrittrice.
Nel 2006 viene pubblicato il romanzo La figlia oscura (divenuto anche film, diretto da Maggie Gyllenhaal, nel 2021), da cui nel 2007 la scrittrice ha tratto spunto per il racconto per bambini La spiaggia di notte. Nel 2011 è stato pubblicato il primo volume della serie L'amica geniale, seguito nel 2012 dal secondo volume, Storia del nuovo cognome, nel 2013 dal terzo, Storia di chi fugge e di chi resta e nel 2014 dal quarto e conclusivo Storia della bambina perduta. Nel 2012 le Edizioni e/o hanno riunito i primi tre romanzi della scrittrice (L'amore molesto, I giorni dell'abbandono, La figlia oscura), accomunati dal tema di un amore negativo, traumatico e destabilizzante, in un unico volume, Cronache del mal d'amore. Nel novembre 2014 è stata inserita in una lista dei cento pensatori più influenti dalla rivista Foreign Policy per la categoria "chronicler" (traducibile in italiano come "cronista").
Nell'aprile 2016 compare nella lista per la categoria “Artists” tra le 100 persone più influenti del 2016 secondo Time. L'ultimo romanzo di Ferrante, La vita bugiarda degli adulti, anch'esso pubblicato in Italia da E/O, è uscito il 7 novembre 2019.
È apprezzata anche fuori dall'Italia, in particolare negli Stati Uniti, dove quattro suoi romanzi hanno trovato il favore del pubblico sotto la traduzione di Ann Goldstein, grazie alla casa editrice Europa Editions.
È opinione diffusa che il suo nome sia uno pseudonimo, per quanto tale ipotesi non sia accreditata dalla scrittrice. Tra le ipotesi fatte sulla sua possibile identità reale ci sono quelle di Anita Raja, saggista partenopea moglie di Domenico Starnone e traduttrice di Starnone stesso, nonché di Goffredo Fofi (nato però a Gubbio, in Umbria) e degli editori Sandro Ferri e Sandra Ozzola (delle Edizioni e/o). Ricerche stilistiche e stilo-metriche orientano l’identificazione verso il nome di Domenico Starnone. A queste si aggiungono anche corrispondenze che riguardano i personaggi familiari presenti nei romanzi di Starnone e di Ferrante. In questo senso sono molto significativi i saggi di Simone Gatto, che confermano un'analisi di Luigi Galella.
Un'altra ipotesi riconduce alla formulazione del critico e romanziere Marco Santagata, che ha tentato di svelare l'identità di Ferrante, dietro la quale, a suo parere, si celerebbe la storica normalista Marcella Marmo, docente all'Università "Federico II" di Napoli. Altre piste, invece, indirizzano al filosofo Marcello Frixione, anche se l'approfondita conoscenza ambientale e descrittiva di alcuni rioni partenopei presente nei libri non si concilia con l'ipotesi relativa a Frixione, che è originario di Genova.
Nell'ottobre 2016 l'ipotesi che Ferrante sia Anita Raja si è rafforzata in seguito alla pubblicazione di un articolo (uscito sul Sole24ore e ripreso dalle principali testate internazionali) che desume l'attribuzione dalle transazioni finanziarie della casa editrice, un metodo deplorato con fermezza da Sandra Ozzola, della casa editrice E/O, senza però una vera smentita.
Nel febbraio 2022, il giornalista Claudio Gatti è tornato sull'argomento indicando, come scopo principale della sua ricerca, l'individuazione di "una chiave di lettura biografico-culturale ai suoi romanzi", attraverso le ascendenze ebraiche di Anita Raja.
Senza aver mai svelato la propria identità, la scrittrice ha pubblicato il volume La frantumaglia proprio per soddisfare la curiosità del pubblico nei suoi confronti; in esso sono raccolte le lettere dell'autrice al suo editore, le poche interviste da lei concesse e le sue corrispondenze con lettori d'eccezione. La funzione principale dell'opera è far comprendere al lettore i motivi che spingono l'autrice a rimanere nell'oscurità. La scrittrice stessa parla di un desiderio di autoconservazione del proprio privato, un desiderio di mantenere una certa distanza e non prestarsi alla spinta che alcuni scrittori hanno di mentire per apparire come ritengono che il pubblico si aspetti. Ferrante è convinta che i suoi libri non necessitino di una sua foto in copertina né di presentazioni promozionali: devono essere percepiti come “organismi autosufficienti”, a cui la presenza dell'autrice non potrebbe aggiungere nulla di decisivo, dando vita, in questo modo, a un'inedita performance autoriale dell'assenza.