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Una famiglia americana (2)

Joyce Carol Oates

Genere: Saghe familiari, Drammatico

Editore: Il Saggiatore

Anno: 2010

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 506 Pagine

Isbn 10: 8856501716

Isbn 13: 9788856501711

Trama

In "Una famiglia americana" Joyce Carol Oates ci porta dentro il cuore nero della società borghese. Un mondo tanto affabile quanto spietato nei confronti di chi infrange le sue regole e in cui inevitabilmente ci si ritrova nel contempo vittime e carnefici. Tutti ammirano i Mulvaney, tutti li invidiano. Una famiglia allegra, numerosa, perfetta. Nella loro fattoria da fiaba nel Nord dello stato di New York regna la concordia. Michael, il padre, ha un’impresa edile ben avviata ed è un rispettato membro del Country Club. Sua moglie Corinne è una donna attiva, profondamente religiosa e con la passione per l’antiquariato e la politica. Dei figli, Mike junior è un campione di football, Patrick uno scienziato in erba e il piccolo Judd la mascotte della squadra. Poi c’è lei, la dolce Marianne: studentessa modello, sempre attenta agli altri, si affaccia con un po’ di ingenuità ai suoi sedici anni. Nel giorno di san Valentino, dopo il ballo della scuola, le accade qualcosa di terribile. Un «incidente» innominato e innominabile che devasta la serenità della casa. In un attimo la famiglia perfetta non esiste più: ciascuno combatte la propria lotta in nome della giustizia, della vendetta o del perdono, tutti si trasformano e allontanano. Per ritrovarsi, i Mulvaney hanno di fronte una lunga strada, un cammino in cui ognuno, liberato dall’obbligo di incarnare la perfezione, dovrà diventare semplicemente

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La penna di questa scrittrice è fenomenale secondo me. Anche in questa storia mi ci sono immersa totalmente, immedesimata e persa grazie alla meticolosità con cui pure il più piccolo dettaglio viene espresso per poter costruire un quadro preciso e reale del contesto. La famiglia Mulvaney è viva e realistica, così riusciamo a immaginare i motivi per i quali ad un evento molto traumatico, alcuni componenti di questo nucleo familiare reagiscano in un determinato modo. Meravigliosamente descritta è anche la Natura del Nord dello stato di New York, in cui High Point Farm ( la meravigliosa fattoria dei Mulvaney ) è collocata con cavalli, mucche, innumerevoli cani e gatti.

Mi sono molto indignata e dispiaciuta, mi sono soffermata a pensare ai tempi in cui è ambientata la storia ( si va dagli anni '60 circa al 1993 ) e a come e quanto differiscono da quelli che stiamo vivendo, allo svilimento dei corpi delle donne, al concetto di colpa e vendetta, a quanto la religiosità rovini a volte una buona e sana comunicazione.

 

"I membri di una famiglia che hanno vissuto assieme nella surriscaldata intensità della vita familiare si conoscono poco. È una vita troppo diretta, a distanza troppo ravvicinata. È quello il paradosso. La contorta realtà che lascia perplessi. L'esatto contrario di ciò che ci si aspetterebbe. Perché ovviamente non stai mai a pensare a quei rapporti, mentre li vivi. Pensare, formulare pensieri, è una funzione della dissociazione, della distanza. Non puoi utilizzare la memoria finché non ti sei allontanato dalla fonte della memoria."