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La canzone di Achille (41)

Madeline Miller

Genere: Mitologia, Classici Greci e Latini, Drammatico

Editore: Sonzogno

Anno: 2013

Lingua: Italiano

Rilegatura: Rilegato

Pagine: 382 Pagine

Isbn 10: 8845425584

Isbn 13: 9788845425585

Trama

Dimenticate Troia, gli scenari di guerra, i duelli, il sangue, la morte. Dimenticate la violenza e le stragi, la crudeltà  e l’orrore.E seguite invece il cammino di due giovani, amici prima e poi amanti e infine anche compagni d’arme - due giovani splendidi per gioventù e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola, preziosissima urna. Madeline Miller, studiosa e docente di antichità  classica, a cui la dottrina non ha limitato o spento la fantasia creatrice, rievoca la storia d’amore e di morte di Achille e Patroclo, piegando il ritmo solenne dell’epica alla ricostruzione di una vicenda che ha lasciato scarse ma inconfondibili tracce: un legame tra uomini spogliato da ogni morbosità  e restituito alla naturalezza con cui i Greci antichi riconobbero e accettarono l’omosessualità .Patroclo muore al posto di Achille, per Achille, e Achille non vuole più vivere senza Patroclo. Sulle mura di Troia si profilano due altissime ombre che oscurano l’ormai usurata vicenda di Elena e Paride.

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Le recensioni degli AccioBookers

_elescarn

Recensito il 15/08/2023

“Diceva ciò che pensava e restava stupito quando gli altri non facevano lo stesso. Qualcuno avrebbe potuto scambiare quel tratto per ingenuità. Ma non è una caratteristica del genio andare sempre dritto al cuore?” 
(pag 52)

“Aveva davvero pensato che non lo avrei riconosciuto? Lo riconoscerei anche solo dal tocco, dal profumo; lo riconoscerei anche se fossi cieco, dal modo in cui respira, da come i suoi piedi sterzano la terra. Lo riconoscerei anche nella morte, anche alla fine del mondo”. (pag 137)

“Lui si volta e resta in silenzio. Fisso la sua schiena muta. Imparo a memoria ogni singola piega della sua tunica, ogni fregio di sale asciutto e sabbia appiccicato alla sua pelle. 
Quando alla fine parla, la sua voce è stanca, e sconfitta. Neanche lui sa come essere arrabbiato con me. Siamo come legno bagnato che non riesce a prendere fuoco. […]
«Sei un uomo migliore di me». L'inizio della speranza. Ci siamo inferti ferite l'un l'altro, ma non fatali. Briseide sarà salva, Achille si riprenderà e il mio polso guarirà. Ci sarà un momento dopo questo, e poi un altro ancora. 
«No» dico. Mi alzo e mi avvicino. Poso la mano sul calore della sua pelle. «Non è vero. Oggi ti eri smarrito. E adesso ti sei ritrovato». Le sue spalle si alzano e si abbassano seguendo un lungo respiro. «Non dire così» dice”. (pag 298)

Eci.la

Recensito il 06/09/2023

Personalmente non mi è piaciuto. Inizialmente era carino ma dopo un po' mi ha fatto andare in blocco, sarà la scrittura o il cambiamento.

Di3g07

Recensito il 16/09/2023

Solo una parola: Meraviglioso 

Lollo98 ( spedizioni dal 09/11 )

Recensito il 14/12/2023

Do una stella perché sono buona. Mi rendo conto di essere una voce fuori dal coro, ma non sono riuscita ad apprezzare minimamente questo libro. Per molto tempo l'ho visto nella classifica dei libri da leggere in assoluto. Incuriosita l'ho comprato. L'ho messo da parte. Dopo mesi ho provato a rileggerlo in quanto ritengo che una seconda possibilità vada sempre concessa ai libri, ma ahimè non mi sono ricreduta. La scrittura la trovo terribile, troppo infantile, dialoghi confusi. I grandi eroi dell'epica spariscono completamente. Ne prendono il nome e basta. Mentre nel poema omerico la relazione d'amore tra Patroclo e Achille era, oltre che commovente, mezzo di trasporto della saggezza da un individuo più grande ad uno più giovane, qui i due amanti li trovo mezzi storditi. L'autrice ha ripreso una delle opere fondanti della letteratura e l'ha storpiata solo per arricchirsi facendo leva su un tema importantissimo sensibilizzato solo in questi ultimi tempi e non prima: l'omosessualità. 

An.co.03

Recensito il 09/08/2024

Ho trovato la storia bella è ben raccontata. Ogni tanto però lo stile si perde un po' troppo metafore.