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Nulla, solo la notte (9)

John Williams

Genere: Formazione,

Editore: Fazi

Anno: 2014

Lingua: Italiano

Rilegatura: Rilegato

Pagine: 138 Pagine

Isbn 10: 8864117024

Isbn 13: 9788864117027

Trama

"Questa stanza è come la mia anima: sporca e disordinata". L'anima di Arthur Maxley è opaca, stretta nell'incertezza della giovane età  e in una biografia familiare amara, dove la protezione dei genitori si è polverizzata quando era ancora un ragazzino. Arthur spende la giornata estiva che fa da cornice a questo romanzo breve a San Francisco: qui ci sono le feste di Max Evartz, dove si beve troppo, e l'amico Stafford Lord, sempre in ritardo e terribilmente lamentoso, un giovane viziato da sogni irrealizzabili. Ma non sono le frequentazioni quanto i pensieri ad affollare la mente di Arthur, frammenti di ricordi di un'infanzia che ha al centro una voragine, una madre perduta senza sapere quale sia stata la causa e un padre, uomo d'affari sempre in giro per i continenti, il quale proprio in questo giorno è in città  e propone al figlio un incontro. Ed è allora che le parole non si trovano e quelle che vengono pronunciate sono troppo poche e deboli, in un dialogo che non concede nulla al rapporto tra un genitore e un figlio. È a partire da Luisant's, un club immerso nelle strade della metropoli, che consuma la notte e la delusione, un cocktail dopo l'altro con una donna che diventa compagna di solitudini e seduzioni.

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Rosanna

"Nulla, solo la notte" è l'esordio letterario di John Williams, l'autore del più noto "Stoner", portato in Italia dalla casa editrice Fazi editore, cui va il merito di aver reso possibile la riscoperta di un grande scrittore, pressoché dimenticato. Sarebbe più esatto specificare che "Nulla, solo la notte" non è solo un esordio letterario, bensì uno straordinario esordio, quello vagheggiato da tutti gli aspiranti scrittori, per intenderci. In questo romanzo che guarda alle "Memorie dal sottosuolo" di Dostoevskij, un giovanissimo Williams - appena ventenne - ci racconta una giornata della vita di Arthur Maxley, ventiquattrenne costretto a far fronte ai fantasmi del proprio passato: Arthur è vittima di un trauma infantile che non gli lascia scampo, costringendolo ad un'esistenza alienata. La solitudine che ottunde il protagonista è infatti così densa, così impossibile da penetrare, che Arthur non le oppone più resistenza. Desidera una vita diversa ma non ha il coraggio di inseguirla, vorrebbe il contatto umano ma poi non sa lasciarsi andare, non sa mettere in atto quell'abbandono necessario, preliminare alla concessione della propria fiducia. Questo senso di alienazione si intensifica nel momento in cui Arthur abbandona il porto sicuro del suo appartamento per lasciarsi travolgere dalla folla che percorre le strade di un'anonima, grande città, fabbrica di solitudini. Williams riversa tutta la propria acuta sensibilità all'interno di questa narrazione claustrofobica ed allo stesso tempo immersiva, unendo alla sottile analisi introspettiva uno stile elegante e prezioso, che già prelude all'umana grandezza di "Stoner".