Tempo di lettura stimato:
7h 46m
Genere: Horror,
Editore: Adelphi
Anno: 2004
Lingua: Italiano
Rilegatura: Flessibile
Pagine: 233 Pagine
Isbn 10: 8845918742
Isbn 13: 9788845918742
Trama
Chiunque abbia visto qualche film del terrore con al centro una costruzione abitata da sinistre presenze si sarà trovato a chiedersi almeno una volta perché le vittime di turno non optino, prima che sia troppo tardi, per la soluzione più semplice - e cioè non escano dalla stessa porta dalla quale sono entrati, allontanandosi senza voltarsi indietro. A tale domanda, meno oziosa di quanto potrebbe parere, questo romanzo fornisce una risposta. Non è infatti la fragile e indifesa Eleanor Vance a scegliere la Casa, prolungando l'esperimento paranormale in cui l'ha coinvolta l'inquietante professor Montague. È la Casa - con le sue torrette buie, le sue porte che sembrano aprirsi da sole - a scegliere, per sempre, Eleanor Vance.
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Le recensioni degli AccioBookers
Utente eliminato
Nonostante abbia messo giù il libro da qualche ora, la sensazione di angoscia e attesa che ho provato leggendo questo lavoro della Jackson non mi ha ancora abbandonato. Un romanzo intenso, dalle atmosfere a tratti quasi fiabesche, a tratti orripilanti e incredibilmente oscure, scritto in modo eccelso e scorrevole e con una protagonista che mi è rimasta parecchio impressa. Amo quando nei libri la protagonista femminile non è la solita bambolina stucchevole: Eleonor mi rimarrà parecchio nella mente, con il suo desiderio di evasione perenne, la costante paura di apparire agli altri nel migliore dei modi e il senso di meraviglia che riserva a ogni cosa dopo una vita di reclusione. Le descrizioni minuziose della casa sono di sicuro la parte meglio riuscita del libro, nonostante non sia una grande fan delle descrizioni prolisse di ambienti e oggetti: tutto quello che viene descritto ha un suo perchè, ogni dettaglio trova il posto nella storia, e l'insieme crea un'atmosfera incredibile che è raro trovare in un libro. Alcuni personaggi secondari sono meravigliosamente odiosi. L'unica cosa che non mi è piaciuta è la nascita e la crescita del rapporto con Theodora, che in alcuni punti subisce cambiamenti un po' troppo repentini e non approfonditi. Finale bellissimo, appropriato e azzeccato con i tempi. Non vedo l'ora di iniziare "abbiamo sempre vissuto nel castello" per vedere se ritroverò le stesse atmosfere.
NYA
[...] "L'occhio umano non può isolare l'infelice combinazione di linee e spazi che evoca il male sulla facciata di una casa, e tuttavia per qualche ragione un accostamento folle, un angolo sghembo, un convergere accidentale di tetto e cielo, faceva di Hill House un luogo di dispersione, tanto più spaventoso perché la facciata sembrava sveglia, con le finestre vuote e vigili a un tempo e un tocco di esultanza nel sopracciglio di un cornicione.'' ____ HILL HOUSE viene affittata dal Professore Montague per un soggiorno sperimentale. Aspirante cacciatore di fantasmi, in compagnia di Eleanor, Theodora e Luke, suoi ospiti, avranno il compito di appuntarsi tutti i fenomeni più strani della macabra Hill House e constatare la veridicità delle storie raccontate. ____Eleanor parla da sola e come psicopatica non sarebbe niente male, Theodora persa nel suo mondo con la voglia di verniciarsi dalla testa ai piedi d'oro, Luke dalla magica bottiglia di Brandy che appare a ogni tragica manifestazione del soprannaturale e infine il Professore e la sua 'amata' mogliettina con la fissa della planchette per parlare con gli spiriti... e la casa dovrebbe essere la presenza negativa del racconto? ⭐⭐/5 : per essere scritto è scritto bene, ma troppo esuberante nei dettagli macabri, quasi a volerti imporre, a tutti i costi, che la casa e tetra e brutta, una presenza inquietante, senza darti la possibilità di deciderlo tu, durante la lettura. I personaggi folli e più delle volte pesanti, Eleanor poi ha superato tutti (ma forse era proprio quella l'idea della Jackson). Se mi capiterà, leggerò ugualmente qualche altro suo testo, per capire se è la sua impronta, oppure è solo questo volume a non esser entrato nelle mie corde.
Beth
Recensito il 17/04/2021
-ATTENZIONE CITAZIONE CON SPOILER-
Trovò un ristorante, nella sala, oltre a lei, c'era solo una famiglia, madre, padre e due bambini piccoli, maschio e femmina, che parlavano tra loro. La madre disse: "Vuole la sua tazza di stelle" rivolgendo un sorriso di scusa alla cameriera sbalordita. "Ha delle stelle sul fondo e a casa il latte lo beve sempre da quella tazza. Dice che è la sua tazza di stelle perché mentre beve le vede". La cameriera annuì, poco convinta, e la madre disse: "Berrai il latte dalla tua tazza stasera ma adesso, non vuoi fare la brava e bere un po' di latte dal bicchiere?". Non farlo, disse Eleanor, insisti per avere la tua tazza di stelle, una volta che ti hanno incastrata e costretta a essere come tutti gli altri non la vedrai più, non farlo...la bambina le lanciò un'occhiata, e scosse la testa. Brava pensò Eleanor saggia e intrepida.