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Genere: Femminismo,
Editore: Ponte alle Grazie
Anno: 2017
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 176 Pagine
Isbn 10: 8868336944
Isbn 13: 9788868336943
Trama
Ci sono molti modi per sentirsi superiori, più forti, più bravi, più sapienti e potenti. La sopraffazione non passa solo per la violenza fisica, l’umiliazione, la dipendenza economica, ma anche da meccanismi più semplici, da comportamenti più sottili e socialmente accettati da tutti. La violenza sulle donne comincia anche da una conversazione dove le donne vengono messe a tacere. Cosa non funziona in queste conversazioni? Gli uomini pensano erroneamente di sapere cose che le donne non sanno e, senza farsi domande, iniziano a spiegarle.
In questa selezione dei suoi scritti femministi più noti, Rebecca Solnit spiega perché ciò accade e ne sottolinea il lato grottesco. Con la sua prosa elegante e incisiva mette a nudo alcuni degli aspetti più imbarazzanti, crudi e folli della società maschilista, invitando a riflettere tutti coloro che ne hanno il coraggio.
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Le recensioni degli AccioBookers
Lìa B.
Sarò onesta, non so da dove iniziare.
Avrei dovuto organizzare meglio il discorso, ve lo anticipo, ma è difficile limitarsi nei caratteri e negli spoiler quindi...
Questo libro è un MUST.
Rebecca Solnit è un must – se non la conoscete non sapete cosa vi perdete. È una donna forte, intelligente, sagace e questo suo libro ne è il ritratto fedele.
Due capitoli in particolare mi hanno aperto il cuore, il capito II e il VII ma oggi parliamo del testo in generale e del perché è necessario quell’orrendo cap. II.
Gli uomini mi spiegano le cose non tratta solo di mansplaining. È una raccolta di brevi saggi scritti tra il 2008 e il 2014 trattante temi che vanno dalla cultura dello stupro alla questione della credibilità delle donne, passando per mansplaining, Virginia Woolf, mitologia greca e molto altro.
Il secondo capitolo si apre con una panoramica agghiacciante sulla violenza di genere. Dati che fanno accapponare la pelle e che sanno tanto di scandalo-wannabe se non fosse che lo sputare in faccia così violentemente che negli USA si denunci uno stupro ogni 6,2 minuti (e in questa statistica non rientrano ovviamente tutti gli stupri non denunciati) è necessario a far capire la realtà dei fatti. L’impellenza della necessità di un cambiamento.
E Rebecca Solnit si spreca a elencare le peggio bestialità commesse dell’essere umano di genere maschile, tanto da farti venire il vomito. E l’indignazione. E la paura. E poi la rabbia.
Ma non è solo un testo di rivendicazione recalcitrante al femminile, è anche un’analisi sulle azioni del Fondo Monetario Internazionale e sulla disuguaglianza economico-sociale a livello globale. Parla di letteratura, interrogando Virginia Woolf sulla questione dell’identità per poi parlarci della sindrome di Cassandra, passando per i fenomeni social come #YesAllWomen e spiegando la tanto citata Roe contro Wade che riguarda il diritto all’aborto negli USA.
Insomma, un pozzo senza fondo, un testo da rileggere e da condividere.
wellreadvenus
Questo libro mi ha infastidita, e spiegarne il perchè senza essere fraintesa sarà difficile.
Partendo dal presupposto che il lavoro di chi scrive per sensibilizzare su qualsiasi tipo di ingiustizia è sacro e vitale, trovo che ci siano modi più o meno costruttivi di farlo.
Ogni volta che aprivo il libro della Solnit venivo investita da un’ondata di risentimento, come se l’autrice mi vomitasse addosso una vita di rabbia e frustrazione. Ha ragione a essere furibonda per tutta la sopraffazione maschile che ci circonda? Certo. Ma credo anche sia un errore fossilizzarsi sulla rabbia, limitarsi alla denuncia della bruttura.
Credo che la differenza tra un libro che è utile e uno che non lo è stia in quello su cui l’autore decide di concentrarsi. Chi si concentra solo sul negativo rafforza il negativo. Chi invece fa lo sforzo titanico di andare oltre al buio che indubbiamente c’è, di mostrare speranza in una luce futura, e dare idee e soluzioni per crearla, è chi svolge un lavoro concretamente utile per l’umanità.
Finito il libro della Solnit ho certamente un’idea più chiara sull’entità della sopraffazione maschile che permea la nostra società, ma nessuna idea o speranza sul suo superamento.