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Memorie del sottosuolo (0)

Fëdor Dostoevskij

Genere: Classici,

Editore: Quodlibet

Anno: 2025

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 386 Pagine

Isbn 13: 9788822923028

Trama

"Memorie del sottosuolo" esce nel 1864 sulla rivista «Эпóха» (Epoca), e precede i grandi e famosi romanzi. È uno dei racconti più tremendi, dolorosi, contagiosi e ammirevoli che mai siano stati scritti; e che va riletto ogni qualche anno per tornare a patire assieme al protagonista e goderne. Con spunti anche di angosciante comicità come ad esempio la figura indimenticabile del servo Apollon, uno dei tanti meravigliosi servi che compaiono solo nella letteratura russa dell’Ottocento, e impersonano il tormento dei loro miserabili padroni. Il protagonista narrante è l’uomo che teme di essere un nulla, che da tutto è ferito, uomo orrendo, chiuso nel cerchio dell’egoismo, con la disgrazia della consapevolezza che lui ritiene superiore intelligenza. La prima parte (Il sottosuolo) sono le sue riflessioni, e la si può anche leggere dopo, anzi lo consiglio, di incominciare dalla seconda (A proposito della neve umida) che è questo stesso uomo in azione, cioè in mezzo agli altri, che lo guardano e lo considerano con disgusto, a suo parere, in ufficio, per strada, al terribile pranzo tra amici, dove però non è invitato, non lo vorrebbero, e nella sala del ristorante cammina avanti e indietro come un fastidioso corpo estraneo, e il lettore soffre e si vergogna assieme a lui che sprofonda sempre più in un irrimediabile disagio, che si protrae come un incubo ridicolo e perfino stupefacente. E poi c’è Liza, la giovanissima e disarmata prostituta, che potrebbe aprirgli una via di salvezza; e invece alla sua volontaria e ricercata abiezione non c’è fine. Non lo legga chi è di debole costituzione.

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Le recensioni degli AccioBookers

Valeria

È come se questo racconto seguisse due binari paralleli. Il primo è la demolizione di qualsiasi credenza illuminista, della fiducia nella scienza e del calcolo infallibile, e la seconda è la profonda analisi della solitudine e delle sue conseguenze. La comprensione dell'animo umano e della mente del protagonista, che scrive queste Memorie dal sottosuolo ritenendosi un abietto (ma elevandosi ad uomo intelligente allo stesso tempo), sfugge a qualsiasi analisi razionale. Un uomo che si crogiola nella propria invidia, rabbia e odio nei confronti di tutti e che vive in bilico fra due tensioni: l'autocommiserazione e una malsana esplosione di tirannia nei confronti dei più deboli. Estremamente attuale nelle tematiche - come tutti gli scritti di Dostoevskij, d'altronde -, è difficile non riuscire ad essere toccati da un racconto e da un protagonista del genere. Quante volte, anche noi, abbiamo scritto le nostre Memorie dal sottosuolo, nel tentativo di esorcizzare un fallimento?

Sabbri

Recensito il 28/04/2022

Potente e intimo