Tempo di lettura stimato:
4h 2m
Genere: Noir, -
Editore: Einaudi
Anno: 1997
Lingua: Italiano
Rilegatura: Non inserito
Pagine: 121 Pagine
Isbn 10: 8806140256
Isbn 13: 9788806140250
Trama
"Ero solo, in una casetta in Bretagna, davanti al computer," ha raccontato una volta Emmanuel Carrère "e a mano a mano che procedevo nella storia ero sempre più terrorizzato". All'inizio, infatti, il piccolo Nicolas ha tutta l'aria di un bambino normale. Anche se allo chalet in cui trascorrerà la settimana bianca ci arriva in macchina, portato dal padre, e non in pullman insieme ai compagni. E anche se, rispetto a loro, appare più chiuso, più fragile, più bisognoso di protezione. Ben presto, poi, scopriamo che le sue notti sono abitate da incubi, che di nascosto dai genitori legge un libro, dal quale è morbosamente attratto, intitolato Storie spaventose, e che, con una sorta di torbido compiacimento, insegue altre storie, partorite dalla sua fosca immaginazione: storie di assassini, di rapimenti, di orfanità. E sentiamo, con vaga ma crescente angoscia, che su di lui incombe un'oscura minaccia - quella che i suoi incubi possano, da un momento all'altro, assumere una forma reale, travolgendo ogni possibile difesa, condannandolo a vivere per sempre nell'inferno di quei mostri infantili. Questo perturbante, stringatissimo noir è da molti considerato il romanzo più perfetto di Emmanuel Carrère - l'ultimo da lui scritto prima di scegliere una strada diversa dalla narrativa di invenzione.
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Le recensioni degli AccioBookers
Utente eliminato
non ci avevo capito niente. poi ho letto un'analisi del testo e tutto si è illuminato. geniale. ma non alla prima lettura.
Utente eliminato
Ne "La settimana bianca" non si riesce a captare con precisione nessun evento, lo si teme con angoscia, lo si ipotizza con orrore. Ci si ritrova a immaginare gli esiti più orribili, inorriditi dai pensieri e dagli incubi del piccolo protagonista, intimoriti anche dalle possibilità che realizza la fantasia procedendo nella lettura. Ci si chiede "il mostro sono io che penso così? È successo qualcosa di brutto o lo vuole architettare la mia mente?".