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1h 44m
Editore: Lindau
Anno: 2019
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 52 Pagine
Isbn 13: 9788833530932
Trama
Una passeggiata d’inverno, tradotto da Tommaso Pincio e arricchito dalle suggestive illustrazioni in bianco e nero di Rocco Lombardi, include i testi Una passeggiata d’inverno e Camminare. Il primo è un inno al paesaggio invernale, alla sua purezza e alla sua quiete, e alla sensazione di ritrovarsi dopo una lunga camminata nel calore e nell’intimità della casa. Una scrittura vivida, evocativa, ricca di immagini del mondo naturale ricoperto dalla neve, durante la stagione più fredda. In Camminare, si esalta la bellezza di un’immersione totale e assoluta nella natura attraverso la quale l’uomo ritrova il contatto con la sua essenza più selvaggia, quella sorgente di vitalità spirituale metodicamente prosciugata dalla nostra civiltà sedentaria. Così, in questi testi, all’andatura di una passeggiata tra i boschi si susseguono divagazioni filosofiche e osservazioni puntuali, prima su tutte l’anelito a integrarsi, a essere profondamente parte del paesaggio naturale e a conoscere se stessi recuperando un rapporto più profondo con la natura.
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Le recensioni degli AccioBookers
_elescarn
Recensito il 26/07/2024
“Vi è in natura un fuoco sotterraneo e dormiente che non si estingue mai e che nessun freddo può smorzare. Finirà per sciogliere l'immensa massa nevosa e, in gennaio come in luglio, se ne sta sepolto sotto un rivestimento più o meno spesso, più o meno sottile. Anche nei giorni più rigidi scorre in un suo alveo e scioglie la neve attorno agli alberi.” (pag. 17)
“Questo fuoco sotterraneo trova un suo altare nel cuore di ogni uomo: perché anche nel giorno più gelido e sulla collina più desolata, il viaggiatore alimenta tra le pieghe del mantello un fuoco più caldo di quello che arde nei focolari.” (pag. 18)
“Metà del cammino consiste nel ripercorrere i nostri passi. Dovremmo invece imbarcarci anche nella più breve delle passeggiate con spirito avventuriero e imperituro, quasi non si dovesse tornare mai più; pronti a rispedire il cuore imbalsamato, come una reliquia, ai nostri regni desolati.” (pag. 55)
"Diventare camminatori richiede un'esplicita dispensa decretata dal Cielo. Bisogna esser venuti al mondo nella famiglia dei Camminatori. Ambulator nascitur, non fit. Alcuni miei concittadini, è vero, rammentano e mi hanno descritto passeggiate risalenti a dieci anni addietro, nel corso delle quali furono così fortunati da smarrirsi per mezz'ora nei boschi; ma io so fin troppo bene che, per quanto pretendano di appartenere alla élite dei Camminatori, da allora si sono confinati alla via maestra.” (pag. 56)
“Mi sorprende che più o meno a quest'ora o, diciamo, tra le quattro e le cinque del pomeriggio, troppo tardi per i giornali del mattino e troppo presto per quelli della sera, non vi sia un'esplosione generale per le strade e che legioni di concetti antiquati e fantasie domestiche non vengano sparsi ai quattro venti per una boccata d’aria, affinché il male si curi da sé.” (pag. 59)
“Ma il camminare di cui parlo io non ha alcuna affinità con il cosiddetto esercizio fisico (…); è invece un'impresa in sé, l'avventura della giornata. (…) Vivere molto all'aperto, al sole e al vento, produrrà senza dubbio una certa ruvidezza di carattere; ispessirà la cuticola di alcune peculiarità tra le più fini della nostra persona, come accade alla pelle del viso e delle mani o alla maniera in cui un pesante lavoro manuale sottrae alle dita la delicatezza nel tocco." (pag. 61)
“Vorremo incamminarci per quel sentiero, mai battuto nel mondo reale, simbolo perfetto del viaggio che amiamo intraprendere nel mondo interiore, quello ideale; e senza dubbio a volte è arduo scegliere una direzione, perché non è ancora tracciata in modo chiaro nella nostra mente." (pag. 74)
"E gli uomini vanno in cerca di pellegrinaggi, E i pellegrini di terre ignote." (pag. 77)
“Così passeggiamo senza fretta, verso la Terra Santa, finché un giorno il sole brillerà più forte di quanto non abbia mai brillato, e forse ci rischiarerà la mente e il cuore e illuminerà ogni angolo della nostra vita con la grande luce del risveglio, una luce calda, serena e dorata come quella che cade in autunno sull'argine di un fiume.” (pag. 124)