Tempo di lettura stimato:
6h 36m
Genere: Guerra,
Editore: Einaudi
Anno: 2012
Lingua: Italiano
Rilegatura: Rilegato
Pagine: 198 Pagine
Isbn 10: 8806210831
Isbn 13: 9788806210830
Trama
Rassul, da poco tornato dall'Unione Sovietica, dove ha studiato e conosciuto le opere di Dostoevskij, vuole aiutare la sua ragazza: decide perciò di uccidere la vecchia usuraia che costringe Sophia a prostituirsi. Ma quando sta per abbassare l'ascia sulla testa della vecchia è folgorato da un'improvvisa consapevolezza: sta replicando le gesta di Raskol'nikov, il protagonista di Delitto e castigo! Preso dal panico, si allontana dal cadavere e si dà alla fuga in una città resa allucinata e surreale dai tormenti della coscienza. Ma da chi sta fuggendo Rassul? La polizia sembra indifferente a risolvere un omicidio di cui, tra l'altro, è sparito il cadavere; mentre le autorità religiose, che finita la guerra con i sovietici stanno trasformando il paese in una teocrazia, arrivano al punto di giustificare il crimine. Ben presto Rassul si rende conto che lui è l'unico a cercare un castigo per il suo delitto, l'unico, cioè, a sottostare a una qualche legge, a conservare la memoria di un'etica in un paese in cui ogni legge, ogni etica, è sospesa, mistificata, violata. Una consapevolezza che nasce anche dalla lettura dei romanzi, e primi fra tutti quelli del «maledetto» Dostoevskij. Sarà proprio questa unicità di Rassul a dare scandalo, ad attirare addosso al giovane il risentimento della comunità fino a farne una sorta di capro espiatorio collettivo.
Come sempre nei romanzi di Atiq Rahimi, il suo Afghanistan è un palcoscenico estremamente concreto, storico (che sia la Kabul dei mujaheddin o quella, dieci anni dopo, dei talebani in guerra con gli americani) e allo stesso tempo universale: il suo Afghanistan è, cioè, ogni paese, ogni epoca in cui la sospensione della legge lascia l'uomo e la sua libertà in balia di un potere né umano né libero.
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