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La stanza del silenzio (1)

un viaggio fuori dal tormento della follia

Lory Shiller Amanda Bennet

Genere: Autobiografici,

Editore: Mondolibri

Anno: 1995

Lingua: Italiano

Rilegatura: Non inserito

Pagine: 322 Pagine

Isbn 10: 8843002961

Isbn 13: 9788843002962

Trama

La stanza del silenzio è un libro autobiografico scritto a quattro mani da Lori Schiller, protagonista suo malgrado di un lungo viaggio attraverso il tunnel della malattia psichiatrica, e Amanda Bennet, giornalista e scrittrice. Ma non si limita ad essere un’autobiografia “aiutata” da una professionista della narrazione. È una testimonianza a più voci, che aiuta a comprendere un pezzo di vita di una ragazza americana da diverse angolature. Infatti, oltre alle pagine scritte dalla protagonista e che rappresentano la maggior parte del libro, vi sono le numerose testimonianze dell’amica Lori Winters, del padre Marvin, della madre Nancy, dei fratelli Steven e Mark e di Jane Doller, la psichiatra che ha seguito con successo l’ultima parte dei tredici anni di malattia. I primi sintomi appaiono nel 1976, in Agosto, e sono costituiti dalle Voci, nel testo sempre indicate con la maiuscola a significare un’entità  minacciosa, insultante, denigratoria. A quel tempo Lori ha 17 anni ed è una ragazza della buona borghesia al termine del liceo e pronta ad entrare in un prestigioso college universitario. La malattia psichiatrica si insinua progressivamente, in modo subdolo, sconvolgendo la vita di Lori e della sua famiglia. Una malattia inizialmente difficile da diagnosticare, da capire, da accettare; disturbo di personalità , sindrome maniaco-depressiva o bipolare, sino alla diagnosi di schizofrenia. Il padre, pur essendo psicologo, inizialmente non accetta che sua figlia possa essere diventata una “pazza”. “Non pensai che i problemi di Lori fossero seri”, afferma, “lei non aveva bisogno di restare in un reparto psichiatrico…aveva solo avuto dei problemi”. La prima e, secondo Lori, l’unica che capì che qualcosa non andava è la sua amica Gail. Così Lori si trova a percorrere un lungo e tormentato calvario fatto di allucinazioni, bizzarrie, impulsi aggressivi, tentativi di suicidio, uso di cocaina che la porteranno a lunghi ricoveri in cliniche e ospedali psichiatrici, o in comunità , alternati da brevi periodi in famiglia. Si tentano numerose terapie farmacologiche, viene sottoposta a venti sedute di elettroshock, partecipa a riunioni fra operatori e pazienti e viene sottoposta a quotidiani colloqui con gli psichiatri che la seguono. Sino al tentativo di sperimentare un nuovo farmaco, ora in uso ma con effetti collaterali che negli anni ottanta e negli Stati Uniti lo facevano utilizzare con cautela. E da quel momento la malattia inizia ad essere più controllata. Toccanti sono le descrizioni che Lori fa sulle positive sensazioni che prova. I pensieri gradualmente diventano più ordinati, le Voci s’infrangono contro un vetro ed iniziano ad essere sempre più lontane, quella cappa, quel groviglio che opprime il suo cervello inizia a sciogliersi. Il libro si muove, per quanto riguarda le cause della malattia psichiatrica, da un’ottica biologica. Presenta, inoltre, una testimonianza di efficacia terapeutica che va letta con prudenza per non ingenerare facili entusiasmi per un farmaco, la clozapina, come avverte nell’introduzione lo psichiatra Giovanni Cassano, “con i suoi risultati ora strepitosi, ora parziali, ora negativi”.

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