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Genere: Storia,
Editore: Adelphi
Anno: 1990
Lingua: Italiano
Rilegatura: Non inserito
Pagine: 830 Pagine
Isbn 10: 884590783X
Isbn 13: 9788845907838
Trama
Questo libro è l’epopea di un continente – l’Australia, «la riva fatale» – raccontata attingendo a centinaia di fonti ignote da uno dei più vigorosi scrittori di oggi. Fra l’arrivo a Botany Bay della Prima Flotta («un’arca di Noè della piccola criminalità»), nel 1788, e quello dell’ultima nave di deportati nel 1868 l’Australia fu un enorme penitenziario, luogo del primo esperimento di deportazione di massa tentato dalla nostra civiltà. Per i primi ottant’anni dopo l’apparizione dei bianchi, essa fu innanzitutto «il continente del peccato», dove intanto andava crescendo una nazione fiorente, ricca di scambi. E tuttavia la vera, nerissima storia delle origini dell’Australia, le immense sofferenze dei deportati, il sadismo dei carcerieri, l’avventurosità e l’abnegazione dei pionieri restavano ancora da raccontare, anche perché l’Australia moderna per lungo tempo ha preferito stendere un velo sulle proprie origini. Ma è stato proprio un australiano, Robert Hughes, ad affrontare un imponente lavoro di ricerca e a trovare la voce, il pathos vibrante per raccontare in tutti i dettagli questa vicenda di crudeltà e di eroismi, una vicenda davvero scritta col sangue, come i taccuini e le lettere di certi bushrangers. Appena comparve, nel 1987, questo libro massiccio, pullulante di storie, appassionò subito un pubblico molto largo, molto più largo di quello che si poteva prevedere per un’opera così severa. Ma questo fatto non deve meravigliare: si esce dalla lettura di questo libro con la mente invasa da decine di figure che non si lasciano dimenticare, una galleria di personaggi che evocano per affinità i grandi malvagi e le vittime di Dickens o di Dostoevskij.
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