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Jane Eyre (2)

Charlotte Brontë

Genere: Amore, Classici, Formazione

Editore: Feltrinelli

Anno: 2022

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 608 Pagine

Isbn 13: 9788807896743

Trama

«Come il tono e il significato delle grandi opere poetiche cambiano radicalmente coi secoli, così cambia anche la lingua materna del traduttore» (Walter Benjamin). «Vorrei tanto che non mi aveste inviato Jane Eyre. Mi ha interessato al punto che ho perso (o guadagnato, se preferite) un giorno intero a leggerlo. […] È certo opera di una donna. Ma di quale? Vi prego di porgere i miei omaggi e i miei ringraziamenti all’autrice del primo romanzo inglese (e quelli francesi non sono ormai che storielle d’amore) che mi sia riuscito di leggere da molto tempo a questa parte» (Lettera di William Thackeray all’editore di “Jane Eyre”, 23 ottobre 1847). «La scrittrice ci tiene per mano, ci costringe a percorrere la sua strada, a vedere ciò che lei vede, non ci lascia per un solo istante né ci consente di scordarla. In ultimo siamo pervasi, completamente pervasi dal genio, dalla veemenza, dall’indignazione di Charlotte Brontë» (Virginia Woolf). Il manoscritto di “Jane Eyre” arrivò per posta alla Smith, Elder, & Co. di Londra il 24 agosto 1847, inviato da un certo «Currer Bell». George Smith, l’editore, passò l’intera giornata della domenica a leggerlo, annullando ogni altro impegno, e il lunedì offrì allo sconosciuto autore la cifra di cento sterline per la sua pubblicazione. Sei settimane dopo, il 16 ottobre, il libro era stampato. (Le sterline sarebbero diventate, alla fine, seicento). Fu un immediato, strepitoso successo, sia di pubblico sia di critica. Il libro andò a ruba, ebbe una seconda edizione già in dicembre e una terza nell’aprile del 1848. In quello stesso anno uscì anche negli Stati Uniti, dove godette di uguale fortuna. La vera autrice, Charlotte Brontë, riuscì a mantenere l’anonimato per un certo periodo, poi dovette arrendersi alle fughe di notizie e divenne, suo malgrado, una celebrità. Era la prima volta che la protagonista femminile di un romanzo metteva il proprio «io» al centro, dichiarando di voler perseguire una vita conforme alla propria natura e ai propri più intimi desideri, senza sottostare all’autorità della tradizione, della bigotteria, del prestigio sociale e di alcuna altra norma imposta, tantomeno quelle legate al ruolo della donna. Era la prima volta, per di più, che l’eroina, contro ogni cliché, era una donna povera, bruttina e di modesti natali. La storia autobiografica che Jane racconta, retrospettivamente, al suo Lettore – quella di un’orfana angariata dalla ricca zia, abbandonata in una scuola per poveri, costretta a guadagnarsi da vivere come istitutrice, innamorata di un gentiluomo, ingannata, poi fuggiasca, ridotta a mendicare un tozzo di pane, infine ricompensata negli affetti, nella fortuna e nell’amore – avrebbe potuto diventare un romanzo vittoriano come tanti altri, di sapore antiquato. Charlotte Brontë, invece, spinta dalla propria esperienza personale e da una sconfinata immaginazione, ne fece un capolavoro immortale – la quintessenza del classico. Il romanzo era una novità anche per la sua prosa, schietta e lucida, talvolta perfino cruda, risoluta fin nella punteggiatura. «Solo un certo insieme di parole era lo specchio fedele dei suoi pensieri, – riferisce la sua amica, nonché prima biografa, Elizabeth Gaskell: – nessun altro, di significato apparentemente identico, sarebbe andato altrettanto bene». Su questa linea guida, per dare questa voce a Jane, è stata condotta la presente traduzione.

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Le recensioni degli AccioBookers

GiorgioMaugeri

5 stelline per la prima Parte. 4 stelline per la Seconda. Merita di essere letto, scorrevolissimo e piacevole.

Valeria

Al di là della storia, penso che Jane Eyre come personaggio sia un grande esempio per tutti, non solo donne.

ElyAurora

Ho sempre voluto leggere Jane Eyre, e mi domando come mai ci abbia messo così tanto a farlo! Ho amato il signor Rochester, il suo lato ombroso ma affascinante. Si un uomo strano, soprattutto con le sue parole ma mai banali. Un uomo che nasconde una passione tenuta nascosta dalle delusioni della vita. Jane è un bellissimo personaggio. Donna forte ma allo stesso tempo fragile, di grandi valori morali a cui non fa mai compromesso, nemmeno se questo può costarle dei grandi sacrifici o perdite. La prima parte del libro dove si racconta della sua infanzia e del periodo vissuto a Lowood mi ha tenuta attaccata alle pagine e mi ha suscitato sentimenti di rabbia e di profonda tristezza. C'è un personaggio che ho odiato più di tutti e meno sopportato: il Signor Rivers! Non so se sono l'unica ma mi irritava ogni volta che leggevo di lui e dei suoi modi di fare, soprattutto la sua insistenza e il suo "velato" giudizio che esprimeva nei confronti di Jane! Charlotte è davvero brava a suscitare svariati sentimenti nei suoi lettori. Ho trovato la scrittura di Charlotte bella e scorrevole, con pathos e delicatezza. Nei momenti in cui sembra che si stia facendo noioso accade sempre qualcosa che ravviva il racconto. La parte più gotica, perché come sua sorella Emily ne introduce qualche aspetto, lasciano il lettore con quell'apprensione che ti incolla alle pagine. Mi sono particolarmente piaciute le descrizioni e i paragoni che usa per spiegare certi concetti, semplici ma efficaci. E' il primo libro che leggo di Charlotte, e sicuramente non sarà l'ultimo. Tra lei e Emily, gli unici due libri letti delle Bronte al momento, devo dire che Charlotte mi ha conquistato in pieno. Sono curiosa di leggere anche qualcosa di Anne e riuscire a farmi un idea completa di queste talentuose scrittrici.

D'Onofrio

Uno dei miei libri preferiti. Letto più volte e consigliato a molte amiche le quali a loro volta si sono innamorate dei personaggi e della storia.

bntoni

Avevo visto mille volte il film, mai leggendo il libro..eresia!! Jane sei fantastica, sei riuscita a scalzare dal trono delle mie preferite Elizabeth Bennet (ma non dirlo in giro). E Sir Rochester che uomo che è (però Darcy non si tocca).