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Inseguendo un'ombra (5)

Andrea Camilleri

Genere: Storici,

Editore: Sellerio

Anno: 2014

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 243 Pagine

Isbn 10: 8838931690

Isbn 13: 9788838931697

Trama

Non è, questo, un romanzo d’ambiente; di costume. Non è un romanzo storico. È una potente azione narrativa. Se nel gioco degli scacchi l’obiettivo finale è catturare il re, le modalità  operative e di ricerca di questa opzione strategica forzano il silenzio e le tenebre della storia, per affrontare il mistero di un’«ombra», penetrare nelle tante maschere di un volto che si può pensare ma non conoscere, catturare la personalità  artificiosa di un protagonista di eventi reali che con infame talento si evolve su se stesso e sotto più nomi si tramuta; e restituire, infine, alle necessità  del racconto, il lato oscuro, la metà  notturna e fosforica della civiltà  dell’Umanesimo raggiante di cultura. Qui Camilleri gioca a scacchi con l’imponderabile. Le strade del suo personaggio si moltiplicano, si confondono, si scambiano l’una con l’altra. Partono dalla giudecca di Caltabellotta, in Sicilia, e lungo il Quattrocento si inoltrano nei labirinti delle capitali, delle corti piccole e grandi, degli studioli umanistici, delle Accademie e delle Università ; nella geografia politica della penisola italica e delle remote contrade di là  delle Alpi. Il lettore fa il possibile per recuperare il fiato. Una pagina tira l’altra, vorticosamente. Tra vari avvisi di pericolosità  e d’orrore, il protagonista del romanzo sprigiona intelligenza perversa, crudeltà  e spietatezza. È un ebreo convertito, poliglotta: esperto soprattutto in lingue orientali. Il mondo si arrende alla sua oratoria. E lui aizza alla persecuzione e all’aggressione degli ebrei, predatore dei correligionari di una volta. Si fa traduttore e maestro di letteratura cabbalistica. Mette a disposizione degli umanisti (e fra essi Giovanni Pico della Mirandola) la kabbaláh ebraica. Ha una sua maniera gelida di ricorrere al delitto. E se talvolta la sua temperatura è umana, è perché si riscalda alla fermentazione dei desideri quando si incontra con ragazzi sgarbati o consenzienti, armati sempre di bellezza. Il romanzo segue fino alla sparizione (e non si sa se chiamarla disfatta, morte, uscita di scena, o cos’altro) l’arco della vita del protagonista, che all’inizio è un adolescente chiamato Samuel ben Nissim Abul Farag; e poi una sciarada di nomi, un emblema tricefalo dell’infamia, un enigma espugnabile solo con gli strumenti di una letteratura disposta ad accettare come centro il proprio bordo di finzione, prossima a essere un «falso» d’arte che svela le «falsità » del reale: «un falso, in quanto mistificazione d’una mistificazione, equivale a una verità  alla seconda potenza». La frase citata da Camilleri è di Italo Calvino. Ed è la geometrizzazione di un principio barocco passato attraverso l’illuminismo del Consiglio d’Egitto di Leonardo Sciascia.

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