Tempo di lettura stimato:
6h 6m
Genere: Letteratura,
Editore: Adelphi
Anno: 2005
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 183 Pagine
Isbn 10: 8845919595
Isbn 13: 9788845919596
Trama
Da tempo Kundera accompagna la sua attività di romanziere con una costante riflessione sul romanzo, che è per lui un’arte autonoma,
da leggere non già nel «piccolo contesto» della storia nazionale, ma
nel «grande contesto» della storia sovranazionale – di quella che Goethe
chiamava Weltliteratur. Sterne reagisce a Rabelais e ispira Diderot,
Fielding si richiama a Cervantes e con Fielding si misura Stendhal, la
tradizione di Flaubert prosegue nell’opera di Joyce ed è nella sua
riflessione su Joyce che Broch sviluppa una poetica del romanzo: è
questa l’idea che Kundera ci offre del romanzo, organismo delicato,
prezioso, che vive di un’unica storia dove gli scrittori dialogano in
segreto e si illuminano a vicenda.
Ma non è questo il solo aspetto
stupefacente di una riflessione lontana anni luce dall’angustia delle
storie letterarie, dal narcisistico gergo della «teoria della
letteratura» e dalla seriosità inamidata degli agelasti, coloro
che non sanno ridere. Quando parla del romanzo Kundera fa pensare a un
pittore che ci accolga nel suo atelier gremito di quadri e ci racconti
di sé ma soprattutto degli altri, di coloro che ama e che lo hanno
ispirato – vale a dire dei romanzi che agiscono, come una occulta
presenza, all’interno della sua opera. E il suo racconto è nitido, di
una impressionante trasparenza, e insieme lieve, affascinante. È così,
salvaguardando il proprio linguaggio ed evitando scrupolosamente il
gergo accademico, che un romanziere come Kundera, capace di strappare il
«sipario della preinterpretazione», parla di ciò che più gli sta a
cuore: la ragion d’essere del romanzo, «l’ultimo osservatorio dal quale si possa abbracciare la vita umana nel suo insieme».
Altre edizioni
Altri libri dello stesso autore
Autori che ti potrebbero interessare