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7h 32m
Genere: Autobiografici,
Editore: Mondadori
Anno: 2012
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 226 Pagine
Isbn 10: 8804626852
Isbn 13: 9788804626855
Trama
Conosciuto sulla stampa internazionale come "il Re della Cocaina", Roberto Suárez Gómez a metà degli anni Settanta inviava quasi due tonnellate di pasta di coca al giorno dai suoi laboratori nella giungla boliviana ai soci del cartello di Medellín, detentori del <i>know how</i> della raffinazione della droga. La sua compagnia, La Corporación, era definita "la General Motors della cocaina" e nel giro di pochi anni raggiunse il monopolio assoluto della produzione e del traffico di questa sostanza verso Stati Uniti ed Europa.<br />Erede di una ricca famiglia di imprenditori che fondarono all'inizio del secolo scorso l'impero del caucciù, Suárez entrò nella politica boliviana grazie all'appoggio di Klaus Barbie, il "Boia di Lione", criminale nazista e "consulente" di diverse dittature in America Latina, e fu tra i finanziatori del golpe che in Bolivia portò al potere García Meza, noto come "il narcodittatore ". Stipulò accordi milionari con i governi di Cuba e delle Bahamas per garantirsi i corridoi di entrata della cocaina negli usa , ebbe legami con i mafiosi italiani e con Roberto Calvi, stabilì contatti sotterranei con la cia attraverso la mediazione di Manuel Noriega ed ebbe rapporti con Oliver North per finanziare i contras in Nicaragua.<br />Poi il ritiro. Disgustato dalla violenza gratuita del mondo della droga, e convinto di una sua personalissima tesi - combattere la piaga della tossicodipendenza tenendo alto il prezzo della cocaina, per farne un "diversivo " solo per ricchi e renderla inaccessibile ai poveri -, tesi che il potere raggiunto dai colombiani e il conseguente incremento dell'offerta vanificarono, Suárez finì per consegnarsi alla polizia nel 1988. Condannato a quindici anni di carcere, riuscì a non essere estradato e scontò un terzo della pena in una prigione dorata di La Paz. Liberato nel 1994, morì d'infarto il 20 luglio 2000.<br />Ayda Levy, vedova di Roberto, dal quale si separò negli anni Ottanta, quando si rese conto del suo coinvolgimento nel narcotraffico, racconta gli anni trascorsi accanto al più importante produttore di droga del mondo, svelando i dettagli della sua vita sontuosa, ma anche gli incredibili retroscena che lo portarono a gestire la vita economica e politica del paese. Una testimonianza che mescola la precisione della cronaca a toni di accesa nostalgia per "l'amore della sua vita", e rivela un tassello fondamentale e non ancora raccontato del complicato puzzle del narcotraffico.
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