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I buoni e i cattivi (1)

Angela Carter

Editore: Fanucci Editore

Anno: 2003

Lingua: Italiano

Rilegatura: Flessibile

Pagine: 218 Pagine

Isbn 13: 9788834709122

Trama

Il mondo del futuro è sorretto da un severo ordine gerarchico controllato dalla casta dei Professori, depositari del sapere rimasto, i quali risiedono in villaggi fortificati. Il regno del caos, al di là dei loro campi ben coltivati, è dominato dai Barbari: nomadi razziatori, schiavi della superstizione, vittime del fato. Infine, a completare il quadro, la Gente di Fuori, bestiale e menomata, che non trova nessuna collocazione sociale. Marianne è la figlia di un Professore e conduce un'esistenza noiosa e prevedibile in cima alla sua bianca torre. Un giorno, un Barbaro in pericolo di vita cambia per sempre il suo destino.

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🌙 The Moon Witch

Recensito il 09/04/2023

Uno dei rarissimi romanzi post-nucleari non annoverabili nella fantascienza ma nella pura distopia.

Inizia come una favola: il mondo è devastato da un disastro nucleare (non ci è dato sapere chi/come/cosa/perché) e sono trascorsi più o meno 10 anni.
Intere città sono state rase al suolo e, con quelle, la civiltà. La natura si è ripresa quel che le è stato tolto. E con gli interessi, considerando che il prezzemolo è diventato una pianta mastodontica e il gatto è l'animale più aggressivo di tutti. Anche i serpenti si sono evoluti diventando molto più velenosi.
Pochissimi i superstiti. Alcuni illesi, la maggior parte con mutazioni e malformazioni di vario genere.

I pochi sopravvissuti si sono organizzati in 3 grosse categorie: i Professori, che vivono in dei villaggi fortificati, protetti da mura, in torri e case e hanno ricreato una sorta di civiltà per come la conosciamo con tanto di esercito e religioni. Vivono di agricoltura e baratto.
Poi ci sono i barbari, popolazioni nomadi che viaggiano costantemente con le loro carovane e a piedi, vestono con colori sgargianti, si fermano nelle città in rovina e vivono di razzie ai villaggi dei Professori.
Infine ci sono quelli di fuori, una categoria senza regole - o, quantomeno, la Carter non ce ne parla - ma assai pericolosa. Assassini spietati, vivono un po' dove capita e sono loro quelli che hanno subito più danni dal disastro nucleare. Infatti son soliti intingere addirittura le frecce nelle loro ferite per provocare la morte dei nemici.

In questo placido scenario facciamo la conoscenza di Marianne, figlia di un Professore di Storia, e della sua disgraziata comunità.
Lei, che non brilla per simpatia, ma la Carter ci avvisa subito. E forse per questo Marianne non ci starà poi così antipatica.
Attraverso i suoi occhi di bambina prima e di ragazza dopo, assistiamo alle incursioni dei barbari e ci rendiamo conto di come è diventato il mondo e come vivono i superstiti dei due schieramenti.

Il problema di questo libro è che sembra scritto in 2 momenti separati. A tratti favoletta, si fa leggere. A tratti metafilosofico, con dialoghi poco credibili - soprattutto se concepiti per i barbari.

Quando si sceglie un libro di un certo genere (un distopico, per esempio) non bisogna mai dimenticare che il lettore cerca intrattenimento. Di base. Puoi metterci dentro anche tematiche importanti e dialoghi profondi ma non devi perdere di vista l'obiettivo.
Diventa pesante e pedante, entrambe nemiche dell'intrattenimento. A un certo punto non vedevo l'ora di finirlo per passare ad altro. E non è un bel leggere.

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