Tempo di lettura stimato:
11h 12m
Genere: -, Young Adults, Amore
Editore: RCS
Anno: 2021
Lingua: Italiano
Rilegatura: Flessibile
Pagine: 336 Pagine
Trama
Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: sto benissimo. Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido. Ho quasi trent'anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate. Poi torno a casa e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient'altro. Perché da sola sto bene. Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata di mia madre. Mi chiama dalla prigione. Dopo averla sentita, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa mi sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto. E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo. O così credevo, fino a oggi. Perché oggi è successa una cosa nuova. Qualcuno mi ha rivolto un gesto gentile. Il primo della mia vita. E all'improvviso, ho scoperto che il mondo segue delle regole che non conosco. Che gli altri non hanno le mie paure, non cercano a ogni istante di dimenticare il passato. Forse il «tutto» che credevo di avere è precisamente tutto ciò che mi manca. E forse è ora di imparare davvero a stare bene. Anzi: benissimo.
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Le recensioni degli AccioBookers
Unicorno
Il libro è molto coinvolgente, all'inizio si fa fatica ad accostarsi ad un personaggio così singolare, dalle abitudini e i modi talmente rigidi da innervosirti, quasi una Sheldon Cooper dal passato misterioso. Via a via che si procede però si profila un passato minaccioso e si intravede come la rigida routine sia in realtà una struttura ormai pericolante, che cerca di arginare gli strascichi mai affrontati di una tragedia. L'autrice mescola sapientemente due importanti tematiche del mondo moderno in una situazione comunque estrema: la solitudine dilagante e la difficoltà nell'affrontare dei traumi che tutti noi, grandi o piccoli che siano, abbiamo e ogni giorno ci trasciniamo appresso nella vita. Descrive inoltre, proprio com'è nella realtà, come la gentilezza, inattesa o meno, sia la chiave per poter andare a avanti e sciogliere i nodi della nostra esistenza. Consigliato.
wellreadvenus
Questo libro è pieno di apparenti inconciliabilità. È il libro che più mi ha strappato risate sincere, tra tutti quelli letti nel 2019. Ma è anche il più tragico (dovrebbe essere venduto con una fascetta che recita Attenzione! Da non leggere in pubblico - e io invece ho letto gli ultimi capitoli strappacuore in treno, probabilmente dando spettacolo).
È un’opera prima scritta da una persona che sembra non abbia mai fatto altro nella vita che scrivere. Racconta una vicenda di inimmaginabile dolore, ma ogni pagina è intrisa di speranza. Ha una protagonista incredibilmente antipatica che amerete con tutto il cuore.
Sembrano contraddizioni ma la vita e le persone sono infinitamente contraddittorie — o, come dice Glennon Doyle brutiful, brutal + beautiful — e penso che riuscire a portare questa loro caratteristica su pagina sia il marchio di fabbrica di un grande libro.
LiberoLibro
«…la solitudine è caratterizzata da un desiderio intenso di portare a conclusione quest’esperienza; qualcosa che non si può realizzare con la pura forza di volontà, o semplicemente uscendo di più, ma solo sviluppando delle relazioni intime. È molto più facile dirlo che farlo, soprattutto per le persone la cui solitudine deriva da uno stato di perdita, di esilio o di pregiudizio, che hanno motivo di temere o sospettare, oltre che desiderare intensamente, la compagnia altrui. «…quanto più una persona diventa solitaria, tanto meno diventa capace di navigare le correnti sociali. La solitudine le cresce attorno, come muffa o pelo, un profilattico che inibisce i contatti, a prescindere dall’intensità con cui li si desiderino. La solitudine è accrescitiva, si estende e si perpetua. Una volta che vi si è conficcata, non è per nulla facile da rimuovere.» http://www.liberolibro.it/gail-honeyman-eleanor-oliphant-sta-benissimo/
_PAPAIA_
Eleanor è un cactus ma le spine sono un meccanismo evolutivo di protezione ed anche lei deve difendersi dai suoi predatori che siano essi ricordi o emozioni. Non bisogna fermarsi alle spine perché, seppur una pianta sia resistente, ha bisogno d'acqua ed ogni cactus ha bisogno del suo Raymond: pronto a lasciare un bicchiere sul tuo comodino ondevitare che tu debba alzarti di notte per andare a bere, che ti accompagni a un concerto non per la musica ma per la compagnia e che senta l'esigenza di guardarti attraverso per assicurarsi che tu stia bene dentro aldilà del trucco e del vestito. La verità è che Eleanor sta benissimo perché Raymond è coraggiosissimo!
rapsodiaboema
Recensito il 20/04/2021
Un libro che tocca tematiche importanti ma con la scorrevolezza che solo i romanzi sanno avere. Una protagonista che ho trovato un delizioso incrocio tra Bridget Jones e Amelie Poulin.