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Cronache marziane (2)

Ray Bradbury

Genere: Racconti, Fantascienza

Editore: Mondadori

Anno: 2001

Lingua: Italiano

Rilegatura: Non inserito

Pagine: 294 Pagine

Isbn 10: 8804493828

Isbn 13: 9788804493822

Trama

"Cronache marziane" (1950) è il resoconto della conquista e della colonizzazione di Marte tra il 1999 e il 2026: anno in cui lo scoppio di una guerra atomica richiama i terrestri sul proprio pianeta. Marte, pianeta antichissimo, resta nuovamente abbandonato. Sui suoi immensi mari di sabbia privi di vita passano i grandi velieri degli ultimi marziani, creature simili a fantasmi, ombre e larve di una civiltà che i terrestri, esseri ingombranti venuti da un mondo sordo e materialista, non hanno saputo vedere né comprendere.

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Le recensioni degli AccioBookers

nya_inlovewithbooks

"MA UN GIORNO LA TERRA SARÀ CIÒ CHE MARTE È OGGI" _Cronache marziane di Ray Bradbury (dal libro:) è il resoconto della colonizzazione di Marte da parte dei terrestri: un racconto ricco di inventiva e di situazioni capaci di scolpirsi nell'immaginazione di generazioni di scrittori e di lettori. Ma è soprattuto il romanzo che segnò una svolta nella letteratura americana di fantascienza. Per chi avesse letto "Fahrenheit 451" e ne fosse stato folgorato dalla sua bellezza, di certo questo libro non lo deluderà, anzi ne sarà piacevolmente deliziato dalla sua genialità! In questo libro si incontra una svariata quantità di temi: scienza, politica, razzismo, religione, amore, guerra, pace ecc... ed è impossibile non trovare un pezzetino di se stessi fra queste pagine. CITAZIONI : "...Marte. Non riusciremo mai a toccarlo veramente e allora ci infurieremo contro di lui, e vuole sapere cosa faremo, comandante? Lo strazieremo, gli strapperemo la pelle, lo cambieremo per addattarlo alle nostre esigenze.

Dakkar

Recensito il 17/02/2023

Carino, ma mi aspettavo qualcosa di diverso

-Scambiato-

Stefi

Recensito il 04/06/2023

"Le Cronache Marziane rappresentano il mito schizofrenico di un americano di buona volontà nel periodo del dopoguerra, che vacilla tra l'orgoglio e il senso di colpa, tra nostalgia e pessimismo. (...) Marte è sì una metafora della storia del continente americano, ma lo è solo in parte. Marte e i marziani sono l'immagine di qualcosa di ancora più grande, di ancora più universale e meno definito." Così scrive Tristan Garcia nella postfazione di questo romanzo nella nuova edizione della Mondadori. Sono pienamente d'accordo con lui, quest'opera di Bradbury è molto di più, è l'analisi di un comportamento profondamente umano: l'estremo desiderio di possedere qualcosa pur essendo consapevoli delle disastrose conseguenze. È la rappresentazione della superbia degli esseri umani che pur essendo infinitesimali, credono di poter assoggettare un pianeta, ( uno qualunque tanto che ce ne frega tutto l'Universo esiste in funzione nostra ) dimenticando che quest'ultimo continuerà il suo corso comunque, con o senza di noi.

Sono stata felice quando ho ritrovato un sottile filo rosso che collega "Cronache Marziane" al mio adorato "Fahrenheit 451", lo aspettavo e l'autore non mi ha delusa. Il disincanto e l'odio per la società che vuole rubarci i sogni, la fantasia e quindi la libertà di esprimere le nostre sacrosante differenze sono temi a me tanto cari, soprattutto in questo momento storico in cui tutto necessita di essere breve, razionale e automatizzato. D'altronde Bradbury e altri scrittori lungimiranti come lui ( Orwell o Tevis i primi che mi sovvengono ) ci avevano avvisati.