Genere: Amore, Letteratura, Epistolario
Editore: Mondadori
Anno: 1998
Lingua: Italiano
Rilegatura: Non inserito
Isbn 13: 9788804458357
Trama
Un uomo vede una donna sconosciuta che, in un gruppo, sembra volersi isolare. Yair, commosso da quella che interpreta come un'impercettibile e ostinata difesa, le scrive una lettera, proponendole un rapporto profondo, aperto, libero da qualsiasi vincolo, ma esclusivamente epistolare. Più che una proposta è un'implorazione e Myriam ne resta colpita, forse sedotta. Accetta, e un mondo privato si crea così fra loro. In questo processo di reciproco avvicinamento Yair e Myriam scoprono l'importanza dell'immaginazione nei rapporti umani e la sensualità che si nasconde nelle parole. Finché Yair si rende conto che le lettere di quella donna stanno aprendo un varco dentro di lui, e gli chiedono con imperiosa delicatezza un'inaspettata svolta interiore… Romanzo epistolare avvolgente e "impudico", "Che tu sia per me il coltello" è il ritratto di due persone che, nel condividere la parte nascosta di se stessi, inventano un mondo e il linguaggio per esprimerlo. Un libro che mostra a ognuno di noi quanta strada bisogna percorrere per vincere la paura e arrivare a toccare liberamente, con pienezza, l'anima (e il corpo) di un altro essere umano.
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Euphiia
Con chi si potrebbe essere completamente sinceri, se non con uno sconosciuto con cui non si ha nulla da condividere, nel mondo reale? È questo il primo pensiero che mi ha attraversato la mente, leggendo le prime lettere di Yair a Myriam, un pensiero che si è rivelato subito riduttivo per rappresentare questo libro così intenso, struggente, passionale. Le parole di Yair - e quindi quelle di Grossman- mi hanno toccato il cuore, profondamente: “Ogni tua parola è caduta esattamente dove era attesa da anni.” Le parole. Credo fermamente nel potere delle parole, e Grossman è un paroliere eccezionale. Quello che Yair desidera è proprio un mondo fatto di parole, riservato a due persone soltanto. Attraverso di esse, Yair intraprende un viaggio, dentro sé stesso, nei propri ricordi, anche in quelli più miserabili, scegliendo come compagna Myriam: “ho bisogno di un compagno reale per il mio viaggio immaginario”. Le parole diventano così lama tagliente, di un coltello in grado di scalfire il rivestimento della quotidianità e raggiungere l’essenza dell’anima .Come può essere definita tale meta, se non con la parola, nella sua accezione più intima e straordinaria, “amore”? “Amore è il fatto che tu sia per me il coltello con la quale frugo dentro me stesso” (Kafka) A lungo andare, però, le parole, se non supportate da qualcosa di tangibile, rischiano di diventare ingestibili, insopportabili, logoranti, e quando ho iniziato a intuirlo, nella parte del ritiro di Yair a Tel Aviv, ne sono rimasta un po’ delusa, nonostante sia consapevole che questo renda più verosimile la storia. È straordinaria la capacità di Grossman nel creare e intrecciare così bene la realtà con l’immaginazione. Consiglio questo libro a chi, come me, ama la scrittura introspettiva... e ha voglia di ritrovarsi nelle parole, di essere sfogliata pagina dopo pagina.
_PAPAIA_
Se mai vi capiterà di non riconoscervi più leggete questo libro e se la lettura non vi piace allora scrivete. Mettete su carta qualunque cosa: descrivetevi, inventatevi. Abbiate il coraggio di trovare anche voi una Myriam e chiederle di essere il coltello per squarciare il vostro enigma. E mi raccomando, "Myriam" con l'accento sull'ultima sillaba!