Biografia
Jean-Marie Gustave Le Clézio, noto come J.M.G. Le Clézio, (Nizza, 13 aprile 1940) è uno scrittore francese e mauriziano, come lui stesso preferisce definirsi[1][2].
Conosce molto presto il successo con il primo romanzo, Il verbale (1963). Fino alla metà degli anni settanta le sue pubblicazioni sono influenzate dalle ricerche formali della corrente letteraria del Nouveau Roman. In seguito, ispirato dalle sue origini, dagli incessanti viaggi e dalle culture degli indiani d'America, Le Clézio pubblica dei romanzi che rimandano all'onirismo e al mito (Deserto e Il cercatore d'oro), libri con una dominante più intima[3], autobiografici o familiari (L'africano). È autore di una quarantina di opere di fantasia (romanzi, fiabe, novelle) e di saggi.
Nel 2008 gli è stato conferito il premio Nobel per la letteratura, in quanto "scrittore di nuove partenze, di avventura poetica, di estasi dei sensi, esploratore di un'umanità al di là e al di sotto della civilizzazione regnante"[4].
Dopo un primo matrimonio nel 1961 con Rosalie Piquemal, con la quale ha avuto la figlia Patricia nello stesso anno, sposa nel 1975 Jémia Jean, originaria del Marocco e madre della seconda figlia Alice. Insieme con la moglie, scrive Sirandanes (una raccolta di indovinelli proverbiali tipici delle isole Mauritius) e Gens des nuages (un diario di viaggio).
J.M.G Le Clézio si dichiara molto vicino all'Islam e in particolare al sufismo[5].
Fonte: Wikipedia