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Ventotto domande per affrontare il futuro: Un nuovo modo per ricordare il passato e immaginare l'avvenire (2)

Theodore Zeldin

Genere: Filosofia,

Editore: Sellerio

Anno: 2015

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 465 Pagine

Isbn 10: 8838933952

Isbn 13: 9788838933950

Trama

In questo singolare e modernissimo trattato Theodore Zeldin prende l’avvio da una constatazione in apparenza molto semplice: qual è il meglio che la vita può offrirci nel nostro mondo attuale, così iniquo, violento, inquinato e corrotto? E cosa possiamo fare come individui, coppie, collettività per immaginare una nuova arte del vivere?
Tale ricerca ha a che fare con il piacere, con i piaceri smarriti a causa della vita abitudinaria, della pigrizia intellettuale, della mancanza di desideri. Per riscoprirli Zeldin non possiede una ricetta infallibile, ma propone un metodo, un orientamento, che ha nella curiosità, nella sorpresa, nella capacità di aprirsi al dialogo e alle idee la sua ragion d’essere. La sua indagine prende molteplici forme, evita le costrizioni di una disciplina, e si presenta di volta in volta come un manuale di economia, un discorso sull’amore contemporaneo, un saggio di filosofia esistenziale, uno zibaldone di pensieri illuminanti. Perché per Zeldin tutta la vita è nelle idee, e l’intelligenza sta nella costante esplorazione dei nostri limiti e delle nostre capacità.
Le sue riflessioni collezionano aneddoti e provocazioni inaspettate, fulminei slanci nel futuro, inedite incursioni nel passato e nella storia, e sono organizzate in una serie di inusuali domande: «A che scopo lavorare tanto?»; «Esistono modi più divertenti per guadagnarsi da vivere?»; «È sufficiente restare giovani dentro per non invecchiare?»; «Cosa può dire il povero al ricco?»; «Cosa potrebbe dire il ricco al povero?». I capitoli iniziano con la voce di una persona che proviene da un’epoca e da una civiltà diversa e che risponde con il racconto della propria esperienza alle grandi decisioni che ognuno nel corso della vita è tenuto a prendere. La storia per Zeldin diventa così non solo la testimonianza di ciò che è accaduto e del perché è accaduto ma soprattutto uno strumento per provocare l’immaginazione e affrontare il futuro. La nostra felicità, le nostre opportunità, risiedono allora proprio in questa scintilla, nella capacità di stimolare e scatenare un’idea nuova, e di lavorare per realizzarla.
Ogni domanda, ogni risposta, creano l’occasione per una riflessione, e sono un invito al dialogo. Prima silenzioso, con l’autore, con le pagine che ha scritto, poi con noi stessi e con gli altri. In questa possibilità di una conversazione stanno secondo lo studioso inglese i semi della felicità: se sapremo dire cose mai dette, forse saremo in grado di immaginare un futuro migliore.

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