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Una stanza tutta per sé (3)

Virginia Woolf

Genere: Femminismo, Letteratura, Classici

Editore: Mondadori

Anno: 2016

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 137 Pagine

Isbn 10: 8804670657

Isbn 13: 9788804670650

Trama

“Una stanza tutta per sé” ha avuto e continua ad avere il valore di un manifesto: rivendicando il diritto della donna alla creatività, alla scrittura, Virginia Woolf pone di fatto in crisi il ruolo subordinato che ha avuto per secoli in un sistema dominato dai valori maschili. «Una stanza tutta per sé e cinquecento sterline annue di rendita sono le condizioni minime necessarie per una donna che scrive» afferma. E Marisa Bulgheroni, nel saggio che accompagna questa nostra edizione, magnificamente tradotta da J. Rodolfo Wilcock e Livio Bacchi Wilcock, così commenta tali condizioni: «La duplice richiesta ha una rivoluzionaria carica metaforica: se la donna è stata per secoli assente dalla storia, negata, rimossa, non potrà nascere a se stessa, alla propria parola, se non conquistando il diritto fisico, economico, alla vita sociale».

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Le recensioni degli AccioBookers

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AccioBookClub 2018; Settembre // «Perché Virginia, con il suo non essere una pomposa accademica, ci ha regalato un esempio di saggistica fuori dagli schemi, che fugge dalla sua mente e vibra nell’aria. Virginia indaga la libertà femminile, la creatività soffocata dalla condizione sociale...» - @stefaniereads // «Mi è impossibile parlare di questo libro senza commozione, mi è impossibile parlare di Virginia Woolf senza commozione. Di lei e di ciò che ha scritto vorrei dire tutto per ri-raccontarlo a me stessa. Per rileggere incessantemente le sue parole, e tra le sue righe la mia vita.» - @valeria_mazzucco // «Durante questa seconda lettura invece ho sentito una connessione con Virginia da donna a donna — anzi, più nello specifico: mi sono identificata nella sua condizione di donna che vuole dedicare la vita alla sua vocazione ma si scontra con una società organizzata in un modo che lo rende difficilissimo, quasi impossibile — e ho trovato coraggiose e catartiche la concretezza e l’onestà con cui ne parla (incredibilmente, cent’anni dopo le difficoltà sono quasi esattamente le stesse!)» - @ghiofgreengables // «Però credo che sia proprio questo suo essere culturalmente “grezza” che la rende così anarchica, quel suo non stare al posto assegnatole, quella forza di ribellarsi, quella sua propria luminescenza che emanava come autrice e come persona: era qualcosa che aveva dentro, era qualcosa che ha portato fuori, nel mondo, arricchendolo.» - @galaxia_reads

bntoni

Libro ribelle, scritto da una donna anticonformista e ribelle, ma che ho letto con difficoltà, non colto appieno il significato che c'è dietro. Da rileggere.

Utente eliminato

Primo libro che leggo di Virginia Woolf. Mi piace perché mi ha dato una nuova prospettiva sul femminismo, in positivo direi.

juliabbi

"La bellezza del mondo...ha due tagli, uno di gioia, l'altro di angoscia, che ci dividono il cuore." Mi sento profondamente inadeguata a parlare di Virginia, perché le mie parole contrastano con le sue, dotate di una forza spettacolare. Ed è da questa forza che deriva la voglia di agire, il desiderio di prendersi quella benedetta camera per sé. Da rileggere almeno un milione di volte. Da assorbire nei pori della pelle.

wellreadvenus

La prima volta che lessi Una stanza tutta per sé avevo 21 anni, avevo appena finito l’università e non avevo ancora lavorato un giorno in vita mia. Prevedibilmente le parti che mi colpirono di più erano quelle dedicate all’analisi stilistica delle opere della Austen, delle sorelle Brontë e in generale della letteratura scritta da donne.

Durante questa seconda lettura invece ho sentito una connessione con Virginia da donna a donna — anzi, più nello specifico: mi sono identificata nella sua condizione di donna che vuole dedicare la vita alla sua vocazione ma si scontra con una società organizzata in un modo che lo rende difficilissimo, quasi impossibile — e ho trovato coraggiose e catartiche la concretezza e l’onestà con cui ne parla (incredibilmente, cent’anni dopo le difficoltà sono quasi esattamente le stesse!).