Genere: Amore, Letteratura, Classici moderni
Editore: Mondadori
Anno: 1995
Lingua: Italiano
Rilegatura: Non inserito
Isbn 13: 9788804402978
Trama
Una Milano, con i suoi condomini giganteschi, le piazzette, certi grovigli di vicoli, che è insieme ritratto della metropoli in un preciso momento storico e simbolo della babele d'ogni tempo. Su questo sfondo si muove il protagonista di Un amore: un uomo inconsapevole di aver atteso troppo, che è rimasto nell'intimo un giovane e crede che il sentimento possa compiere miracoli. E così il professionista maturo si innamora perdutamente di una donna giovanissima, ma già carica della cinica spregiudicatezza e della stanchezza morale di un'epoca. Unico romanzo erotico di Buzzati, "Un amore" sorprese al suo primo apparire i lettori abituati alle consuete tematiche dello scrittore. Eppure anche queste pagine apparentemente "diverse" continuano l'indagine nelle inquietudini dell'uomo contemporaneo – e dell'uomo tout-court – esplorando la dimensione del sentimento e descrivendo la parabola di un amore vero, di esemplare limpidezza, destinato a smarrirsi nella menzogna come in un labirinto.
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Le recensioni degli AccioBookers
alessiab
Per deformazione professionale, ho soprattutto apprezzato la focalizzazione interna e i flussi di coscienza: il lettore viene catapultato dentro alla testa del protagonista, diventa la testa stessa del protagonista. Non è difficile seguire il flusso, perché è il flusso di un essere umano qualunque che ha completamente perso la testa per qualcuno. Tuttavia, il lettore è sempre in allerta: vuole prendere a schiaffi il protagonista perché si rende conto che ci stiamo solo raccontando balle, che Laide mente e vuole solo soldi. È solo alla fine che il lettore - io - si rende conto che la vera vittima è Laide e che il protagonista è proprio un uomo qualunque, mediocre che approfitta del corpo di Laide e che non è disposto a barattare la sua posizione, la sua borghesia, con il cuore di lei - per quanto forse lo vorrebbe. Laide è certamente una bambina capricciosa, un'arrampicatrice di specchi e di scale; ma non rinuncia all'ordine, non rinuncia al decoro, non rinuncia al nome. È al margine: vorrebbe arrivare al centro, ma il centro la respinge, e allora lei pulisce, riordina e si prende cura dei luoghi marginali che si è presa o a cui l'hanno costretta.