Tempo di lettura stimato:
6h 12m
Genere: Scrittura, Autobiografici
Editore: Corriere della sera
Anno: 2020
Lingua: Italiano
Rilegatura: Flessibile
Pagine: 186 Pagine
Trama
Come si impara a scrivere? Esistono dei veri e propri esercizi per l'aspirante romanziere? Cosa determina l'originalità di un libro? È giusto assegnare ai premi letterari tanta importanza? Uno scrittore dove «trova» i personaggi da mettere in scena? La scuola prepara davvero alla vita o serve solo a rendere i ragazzi conformisti? Qual è l'importanza della forma fisica per un romanziere? E soprattutto: per chi si scrive? Con Il mestiere dello scrittore Murakami Haruki compie un gesto straordinario e inaspettato: fa entrare i suoi lettori nell'intimità del suo laboratorio creativo, li fa accomodare al tavolo di lavoro e dispiega davanti a loro i segreti della sua scrittura. Sono «chiacchiere di bottega», confidenze, suggerimenti, che presto però si aprono a qualcosa di più: una riflessione sull'immaginazione, sul tempo e l'identità, sul conflitto creativo tra forma e libertà. In questo senso Il mestiere dello scrittore è anche un'autentica autobiografia letteraria di uno degli autori più schivi del pianeta. È un libro pieno di curiosità e rivelazioni sul mondo di Murakami: dal fatto che la sua prima e più importante editor è la moglie, che legge tutto quello che scrive e di cui lui ascolta tutti i consigli; a quando riscrisse Dance Dance Dance due volte: la prima a Roma, in una stanza d'albergo confinante con una coppia un po' troppo focosa, la seconda a Londra quando si accorse che il dischetto su cui aveva salvato il file del romanzo si era cancellato – mesi dopo però, per le bizze a cui i computer ci hanno abituato, la prima versione rispunta fuori e Murakami deve ammettere che la seconda, che senza l'inghippo informatico non avrebbe mai scritto, è molto migliore della prima. Murakami regala ai suoi lettori un libro pieno di confidenze, dettagli biografici, ammissioni di passi falsi, insomma: di umanità.
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Le recensioni degli AccioBookers
NYA
[...] Con un po' di esagerazione, si può definire il romanziere come «qualcuno che osa aver bisogno di qualcosa che non è necessario». [...] Dire che è un lavoro solitario, parrà banale, ma è proprio così: scrivere un romanzo, soprattutto un romanzo lungo, è qualcosa che si fa in solitudine. A volte ho l'impressione di stare seduto in fondo a un pozzo. Nessuno ti viene ad aiutare, o a complimentarsi con te dicendoti: «Bravo, oggi hai lavorato bene»,dandoti una pacca sulla spalla. [...] Se non ci fossero stati i libri, se non ne avessi letti tanti, probabilmente avrei condotto un'esistenza più arida e indifferente alle cose. [...] È probabile che all'inizio mi vergognassi anche del fatto stesso di scrivere. Perché scrivere un romanzo significa mettere a nudo il proprio animo. ⭐⭐⭐⭐⭐/5. Murakami, in questo libro, racconta delle sue passioni, dei suoi pensieri, delle sue riflessioni e del mestiere dello scrittore dal suo personale punto di vista, aprendo così se stesso, mostrandoci anche i suoi timori e le sue paure. Ho apprezzato molto la sua sincerità e la schiettezza usate nel testo, trovando così una forte sintonia con diverse sue parole e idee. Un ottimo libro che può essere d'aiuto, a mio parere, per i futuri scrittori e per chi ha intenzione di far diventare la scrittura il suo lavoro.
Linda
Recensito il 13/01/2022
Lovely. Umile, umano, schietto. Murakami regala e dispende consigli, non edulcora la pilla, ma te la fa comunque mandare giù: non c’è niente di romantico nella figura dello scrittore, solo disciplina e perseveranza. Un po’ troppo “giapponese”? Ma no! C’è spazio anche per colpi di fortuna all’appartenenza ingiustificati, un po’ di presunzione e tanto amore per la scrittura.