Tempo di lettura stimato:
14h 2m
Genere: Diaristica,
Editore: Bompiani
Lingua: Italiano
Rilegatura: Flessibile
Pagine: 421 Pagine
Trama
Il Diario di Anaïs Nin, reso pubblico nel 1966, fu per decenni oggetto
di pettegolezzi e congetture. Solo qualche amico ne aveva potuto leggere
qualche pagina; Henry Miller diceva che questo diario avrebbe trovato
posto accanto ai grandi capitoli dell’autobiografismo occidentale:
Sant’Agostino, Rousseau, Proust... È
la sua vita creata, il filtro attraverso il quale setaccia la sua
esperienza in un disegno significativo. È anche il suo guscio e il suo
confessionale: “Ho un ritmo naturale nel diario,” scrisse più di
trent’anni fa, “quello che produco fuori di esso è una distillazione, è
il mito, il poema.”
Questo volume, il primo di una serie
progettata, inizia nel 1931, nell’epoca in cui Anaïs Nin sta per
pubblicare il suo primo libro, D.H. Lawrence, che le conferì il
riconoscimento pubblico come scrittrice. Termina nell’inverno del 1934,
quando Anaïs lascia Parigi per raggiungere New York. Anaïs scrive sui
treni, ai tavolini dei caffè, mentre aspetta per un appuntamento: come
un talismano, porta il diario sempre con sé. «Questo diario è il mio
kief, il mio hashish, la mia pipa d’oppio. È la mia droga e il mio
vizio. Invece di scrivere un romanzo, mi sdraio con questo libro e una
penna, e indulgo in rifrazioni e diffrazioni.’»
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