Biografia
«L'amore è l'unica religione. Tutto il resto è solo spazzatura.»
Osho Rajneesh, o semplicemente Osho (Kuchwada, 11 dicembre 1931 – Pune, 19 gennaio 1990), è stato un mistico e maestro spirituale indiano, che acquisì seguito internazionale.
Nato Chandra Mohan Jain (hindi devanagari: चन्द्र मोहन जैन), fu noto come Acharya Rajneesh[1] negli anni sessanta e poi come Bhagwan Shree Rajneesh negli anni settanta e ottanta, finché il 7 gennaio 1989 annunciò pubblicamente la volontà di adottare il nome di Osho Rajneesh, che poi ridusse a Osho (dalla pronuncia ˌəʊʃɪˈænɪk della parola inglese oceanic),[2] in quanto per troppe persone l'epiteto Bhagwan conservava il significato di Dio.[3]Osho fu un professore di filosofia fino al 1966, quando abbandonò la carriera accademica per girare il mondo come maestro spirituale.[4] Le sue posizioni anticonformiste suscitarono scalpore e reazioni controverse.[5] Affermò di aver vissuto, ventunenne, l'esperienza mistica dell'illuminazione.[6] Iniziò a viaggiare per l'India, a tenere discorsi e a condurre campi di meditazione. Negli anni settanta creò un ashram, a Pune, che arrivò a ricevere trentamila visitatori l'anno.[5][7].
Nel 1981 si trasferì in Oregon dove fondò una comune che finì per collassare a causa di attività illegali commesse dai suoi esponenti di spicco,[5] denunciate pubblicamente dallo stesso Osho.[8][9] Nel 1986, duramente osteggiato dal governo statunitense,[10][11] tornò in India dove le sue condizioni di salute subirono un drastico peggioramento, da lui attribuito a un avvelenamento subito nelle carceri americane.[12] Morì a Pune a cinquantotto anni.
I suoi insegnamenti sincretici sono volti al risveglio spirituale dell'individuo ed enfatizzano l'importanza della libertà, dell'amore, della meditazione, dell'umorismo e di una gioiosa celebrazione dell'esistenza, valori che egli riteneva soppressi dai sistemi di pensiero imposti dalla società e dalle fedi religiose.[13] Osho invitò l'uomo a vivere in armonia e in totale pienezza tutte le dimensioni della vita, sia quelle interiori che quelle esteriori, poiché ogni cosa è sacra ed espressione del divino.[14]Fautore di una ribellione fondata sul senso critico e sul rifiuto di accettare qualsiasi norma di vita o valore sociale solo perché comunemente condivisi, manifestò una forte avversione per le religioni organizzate e il mondo politico.[15]Guru iconoclasta, considerava le tradizioni religiose più influenti come false credenze che reprimono l'uomo e ne ostacolano la ricerca del Vero;[16] vi furono comunque dei rapporti di stima con alcuni leader spirituali.[17]Le sue idee ebbero un notevole impatto sul pensiero New Age occidentale – da cui tuttavia egli prese le distanze[18][19] – e sulla controcultura ereditata dagli anni sessanta. La sua popolarità ha continuato ad aumentare dopo la sua morte.[19][20]
Fonte: Wikipedia