Particolarmente osteggiato da una parte della gerarchia cattolica del suo tempo, per la decisa convinzione che anche i laici dovessero partecipare alla vita della Chiesa, fu invece considerato uno dei "padri assenti" del Concilio Vaticano II per l'influsso che il suo pensiero teologico e filosofico ebbe sull'assise vaticana, decine di anni dopo la sua morte. È stato considerato da alcuni uno dei più grandi prosatori inglesi e il più autorevole apologista della confessione cattolica che la Gran Bretagna abbia prodotto e uno dei più importanti nella storia del cristianesimo. Sul piano filosofico, contribuì allo sviluppo della filosofia dell'azione. Per la sua tolleranza e mitezza è stato apprezzato anche in ambienti non cattolici.