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Yellowface (9)

R.F. Kuang

Editore: Mondadori

Anno: 2024

Lingua: Italiano

Rilegatura: Rilegato

Pagine: 384 Pagine

Isbn 13: 9788804777533

Trama

Che male può fare uno pseudonimo? Juniper Song ha scritto un libro di enorme successo. Però forse non è esattamente chi vuole far credere di essere. June Hayward e Athena Liu, giovani scrittrici, sembrano destinate a carriere parallele: si sono laureate insieme, hanno esordito insieme. Solo che Athena è subito diventata una star mentre di June non si è accorto nessuno. Quando assiste alla morte di Athena in uno strano incidente, June ruba il romanzo che l'amica aveva appena finito di scrivere ma di cui ancora nessuno sa nulla, e decide di pubblicarlo come fosse suo, rielaborato quel tanto che basta. La storia, incentrata sul misconosciuto contributo dei cinesi allo sforzo bellico inglese durante la Prima guerra mondiale, merita comunque di essere raccontata. L'importante è che nessuno scopra la verità. Quando però qualcosa comincia a trapelare, June deve decidere fino a che punto è disposta a spingersi pur di mantenere il proprio segreto. Un romanzo spassosamente tagliente che parla di diversità, razzismi, privilegi e appropriazione culturale. E dei limiti che non si dovrebbero mai superare.

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Le recensioni degli AccioBookers

federicau

Recensito il 24/11/2024

L'ho trovata una lettura stimolante, capace di addentrare il lettore nei meccanismi e trucchi editoriali, di scombussolarlo con un'invidia meschina che tutti condanniamo eppure che tutti, nella nostra vita, abbiamo provato almeno una volta. La storia di June è quella di un narratore inaffidabile, che man mano che cerca di convincere sé stessa delle sue menzogne, finisce per convincere anche noi: e allora l'eccezionale manoscritto della rivale capace di evocare lacrime e sentimenti vividi diventa una bozza embrionale e carica di moralismo e prolissità, a cui solo il tocco della generosa autrice bianca può donare una vera vita. Personalmente l'ho trovato un libro graffiante, che in fondo condanna la macchina editoriale in generale per i meccanismi gretti che innesca nelle persone che vi sono invischiate, più che le persone stesse. Mi è piaciuto il modo di rendere l'incoerenza e l'ipocrisia di June, che un attimo prima esprime quanto le sia impossibile vivere senza scrivere, quando poi, l'attimo dopo, rende chiaro dalla sua spasmodica attenzione ai social quanto in realtà non sappia vivere senza le attenzioni che le procura il frutto della sua scrittura.

Questo libro per me vale tre stelline: bello e ben fatto, sebbene non mi abbia colpita moltissimo. Ha un ritmo scorrevole, è divertente e fa storcere il naso a vari tipi di ipocrisie, e spaventa un po', perché fa capire come, in realtà, a un certo punto riusciamo anche a capire perché June abbia fatto ciò che ha fatto, perché tutti vogliamo la fetta di attenzione, la seconda opportunità che ci è negata, vestire i panni di qualcun altro con più successo e carisma di quel che possiediamo.