Tempo di lettura stimato:
6h 56m
Genere: Avventura,
Editore: Sellerio
Anno: 1994
Lingua: Italiano
Rilegatura: Non inserito
Pagine: 208 Pagine
Isbn 10: 8838910197
Isbn 13: 9788838910197
Trama
Nel 1950, commemorando il centenario della nascita di Robert Louis Stevenson, mentre la ricorrenza passava nella disattenzione delle lettere italiane, Silvio D'Arzo si diceva convinto che Stevenson sarebbe ritornato trionfante, non poteva non ritornare, perché, scriveva: «noi possiamo anche non amare noi stessi, ma non potremo mai non amare la nostra fanciullezza e tutto ciò che la fanciullezza vuol dire». Facile la profezia di D'Arzo (morto lui stesso non lontano dalla fanciullezza dopo aver scritto uno dei più bei racconti italiani, e fogli di un quaderno di letture di inesausto incanto), oggi Stevenson è tornato, eppure ancora, giunti al centenario della morte, si stenta - in Italia almeno - ad allegarlo automaticamente nella schiera dei grandi. Nell'epoca del racconto giallo (che lo scozzese considerava un troppo asettico artificio) e dello schermo, la sua forza romanzesca urta il buonsenso: senza far appello ad alcun manierismo neogotico, la sua pagina, passata di una patina di antico come se sempre fosse un vecchio manoscritto ritrovato, incatena oltre ogni senso critico l'intelletto più disincantato. Convince a credenze cui non si è più abituati: «Il bene e il male sono illusioni: nella vita c'è solo il destino»; « Alcuni posti parlano con voce distinta. Certi giardini stillanti reclamano a tutti i costi un delitto; certe vecchie case esigono di essere popolate da fantasmi; certe coste sono messe da parte per i naufraghi. Sembrano ancora in attesa della leggenda giusta. La stessa cosa avviene coi nomi e i volti». Weir di Hermiston, che Stevenson considerava il suo capolavoro, è l'ultima opera alla quale lavorò, lasciandola incompiuta, fino all'ultimo giorno di vita. Nacque dal ritratto, ammirato in gioventù, di un giudice inflessibile: un volto di «un vecchio signore inumano e intrepido», modellato dalla vita, cioè dal destino. E racconta dello scontro tragico tra un grande padre, e un figlio oppresso e a lui eguale; nella Scozia tra Sette e Ottocento; in un'epoca, cioè, in cui non era affatto ovvio che per crescere occorresse uccidere l'immagine del padre.
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