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Una donna e altri animali (3)

Brunella Gasperini

Genere: Autobiografie,

Editore: Rizzoli

Lingua: Italiano

Rilegatura: Rigida

Pagine: 195 Pagine

Trama

Cronaca familiare irriverente e leggera: il marito iracondo, i figli vagamente autonomi, il lavoro stimolante e persecutorio, e poi gli animali (cani, gatti, uccelli) che popolano la casa e le memorie. Via via, attraverso i tic professionali, e nonostante quelli, vengono fuori le nevrosi, le ferite mal chiuse, le temporanee anestesie, le illusioni e le rabbie politiche: tutta l'ilare disperazione di una donna che si trova a fare i conti con la propria vita.

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«Mettete le mie ceneri sotto il mio gelsomino e scrivete sull'urna: viaggiò tutta una vita attorno a un tavolo - senza peraltro combinare un cavolo.» Una donna e altri animali è un memoir bellissimo, un'autobiografia disordinata, un colorato, rumoroso pot-pourri di passato e presente. Brunella (il cui vero nome, curiosamente, è Bianca) è una donna che vorrei come amica - o mentore, professoressa, sorella - moderna e progressista, libera pensatrice che già negli anni '50 mandava avanti le sue campagne a favore di divorzio e aborto, su giornali femminili «conformisti, oscurantisti, filoclericali» dove «potevo dire solo una piccola parte di quel che pensavo, non ero obbligata a dichiararmi cattolica però mi era vietato dire che non lo ero» - un animo inquieto appena percepibile perchè coraggiosamente nascosto sotto valanghe di umorismo, passione e ironia (sto diventando troppo melò, lei non avrebbe approvato). Finito questo libro - con le lacrime agli occhi e un sorriso stampato in faccia - li si sente tutti di famiglia: il marito burbero e rompipalle, che lei chiama, quasi ogni singola volta che viene citato, «Il compagno della mia vita», «Il figlio» e «La figlia» - con il numeroso seguito di amici, altrimenti detti «I cinquemila» - il Baffo, il primo cane di famiglia che scortava gli ebrei fino al confine svizzero, e gli altri cani della sua vita a seguire, i quattro fratelli maggiori, tutti partigiani, morti durante la guerra, che «non vorrebbero essere nè celebrati nè pianti», il padre «medico, miscredente, libero pensatore, pecora nera», gli ebrei nascosti in giardino, il nonno anarchico che veniva puntualmente incarcerato e subito dopo rilasciato dai fascisti, e poi la valanga di gatti, il merlo indiano, il tucano, le lettrici che chiamano a ogni ora del giorno, altrimenti dette dal marito «Le dementi», ecc. ecc. I disordinati ricordi di Brunella sono sempre appassionanti, molto spesso divertenti, a volte commoventi, i dialoghi con il «compagno della sua vita» semplicemente esilaranti - vorrei ringraziarla di persona per aver raccontato tutto questo. Si potrebbe osservare che magari non è un capolavoro da cinque stelline, è vero, rispondo io, ma questo è il tipo di libro che ti porti anche in bagno e continui a leggere anche mentre mangi solo perché ti piace 'starci dentro', è il tipo di libro che di notte tieni sul comodino, ma sopra tutti gli altri, è il tipo di libro che pensi seriamente di rubare alla biblioteca, perché devi avere una copia tua (anche se il libro è praticamente introvabile non lo farò, non vorrei privare altri del piacere di leggerlo). Se queste non sono cinque stelline meritate… (Mi è uscito un commento troppo serioso, ma il libro non lo è per niente, è leggero - nonostante a tratti la malinconia data dal corso della sua vita inevitabilmente affiori - nel senso più bello del termine.)