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6h 8m
Editore: Feltrinelli
Anno: 1990
Lingua: Italiano
Rilegatura: Flessibile
Pagine: 184 Pagine
Isbn 10: 8807080834
Isbn 13: 9788807080838
Trama
In un'epoca in cui la costituzione universale della politica è ostacolata da crisi economiche e da guerre che originano vasti movimenti migratori, la questione dello "straniero" sembra destinata a durare e, anche in ragione dell'unificazione mediatica, a riproporsi in circostanze drammatiche e urgenti. Ma che cosa significa essere straniero? E, soprattutto, chi è straniero? L'attualissimo saggio di Julia Kristeva, francese nata in Bulgaria, si propone appunto di rispondere a queste domande con un'analisi che, partendo da un'esperienza vissuta, affronta il motivo dell'essere stranieri o dell'estraneità così come esso si è presentato nella letteratura e nella storia. L'autrice passa in rassegna le principali posizioni assunte dall'uomo occidentale nei confronti dello straniero (che può essere tale non solo per luogo d'origine ma anche per religione, appartenenza culturale, lingua...) "e nella conclusione, rifacendosi alla celebre teorizzazione freudiana del perturbante (unheimlich), intreccia in un medesimo discorso etica della psicoanalisi e politica delle istituzioni: si tratta di imparare a tollerare nello straniero la controfigura dell'estraneo che portiamo in noi, ovvero di assumere come "propria" l'etica deU'"improprio" e la leggerezza istituzionalmente cosmopolita che essa suggerisce, così da facilitare una maggiore permeabilità delle istituzioni allo straniero.
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