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Se i gatti scomparissero dal mondo (50)

Genki Kawamura

Genere: -, Classici moderni, Spiritualità

Editore: Einaudi

Anno: 2020

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 176 Pagine

Isbn 10: 8806245708

Isbn 13: 9788806245702

Trama

Di lavoro fa il postino, mette in comunicazione le persone consegnando ogni giorno decine di lettere, ma il protagonista della nostra storia non ha nessuno con cui comunicare. La sua unica compagnia è un gatto, Cavolo, con cui divide un piccolo appartamento. I giorni passano pigri e tutti uguali, fin quando quello che sembrava un fastidioso mal di testa si trasforma nell’annuncio di una malattia incurabile. Che fare nella settimana che gli resta da vivere? Riesce a stento a compilare la lista delle dieci cose da provare prima di morire. Non resta nulla da fare, se non disperarsi: ma ecco che ci mette lo zampino il Diavolo in persona. E come ogni diavolo che si rispetti, anche quello della nostra storia propone un patto, anzi un vero affare. Un giorno di più di vita in cambio di qualcosa. Solo che la cosa che il Diavolo sceglierà scomparirà dal mondo. Rinunciare ai telefonini, ai film, agli orologi? Ma certo, in fondo si può fare a meno di tutto, soprattutto per ventiquattr’ore in più di vita. Se non fosse che per ogni oggetto c’è un ricordo. E che ogni concessione al Diavolo implica un distacco doloroso e cambia il corso della vita del protagonista e dei suoi cari. Soprattutto quando il Diavolo chiederà di far scomparire dalla faccia della terra loro, i nostri amati gatti. Kawamura Genki ci costringe a pensare a quello che davvero è importante: alle persone che abbiamo accanto, a quello che lasceremo, al mondo che costruiamo intorno a noi.

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Le recensioni degli AccioBookers

Panciottilla

Recensito il 17/11/2023

il testo è scorrevole, la storia piacevole ed i gatti la fanno da padrone.

Lollo98

Recensito il 14/12/2023

Il libro è breve e si legge in poco tempo, ma devo dire che come l'ho letto in fretta l'ho dimenticato in fretta. Ne avevo sentito parlare molto e mi sarei aspettata qualcosa di più. Mi sarei aspettata anche un coinvolgimento maggiore della figura del gatto, invece per lo più la vicenda si concentra sulla storia del protagonista malato terminale che, a mio parere, è un lo lenta e monotona. Sicuramente da questo libro possono partire delle riflessioni profonde, ma non posso dire che questa narrazione mi abbia coinvolto o cambiato la vita. 

Giada_Frank

Recensito il 24/01/2024

Libro piacevole ma un po' sconnesso: le riflessioni e la storia non si intrecciano alla perfezione, creando alcune incongruenze e perplessità nella lettura. Menzione speciale per Cavolo, dolce batuffolo di pelo ❤️

Melizenda

Recensito il 26/01/2024

Libro carino soprattutto l'idea di fondo del libro, ma non molto scorrevole e a volte un po' sconclusionato.

Spacedone

Recensito il 28/01/2024

Se, nello scrivere questo breve romanzo, lo scopo dell'autore era quello di farci amare ancora di più i gatti, con me ci è riuscito.  

Questo libro mi ha incuriosita sin da subito per il titolo accattivante. Andando a leggere però la storia, e soprattutto il modo in cui è stata raccontata, mi ha lasciata un pochino spiazzata, anche se non posso negare che in alcuni punti, soprattutto nella parte finale, mi abbia emozionata. 

A livello personale ho empatizzato moltissimo con il protagonista per vari motivi. Eppure...eppure c'è stato qualcosa nello stile con cui è scritto questo romanzo che mi ha destabilizzata e non mi fa entrare appieno nella storia. Che sia un effetto voluto o meno, questa sensazione di straniamento mi ha lasciata parecchio confusa. In generale il libro non mi è dispiaciuto, ma nemmeno mi è piaciuto. Tanto per cominciare avrei preferito un approfondimento maggiore sugli altri personaggi del romanzo. Inoltre, ancora una volta, in un libro di narrativa giapponese, non ho apprezzato il finale aperto.

Credo che l’intento principale dell’autore con questo breve romanzo sia quello di far riflettere i lettori su come noi esseri umani non apprezziamo le cose che abbiamo fino a quando non le abbiamo perse oppure non le /stiamo per/ perdere. Magari un messaggio un po’ banale e trattato con un po’ troppa superficialità, ma difficilmente potrà lasciare indifferenti. 

PS: Menzione d'onore per il Diavolo: un personaggio bizzarro e troppo simpatico. Nonostante nel libro sia descritto come simile al protagonista, io l’ho immaginato con le sembianze Al Pacino ne “L'avvocato del diavolo”, vestito però come Merlino de “La spada nella roccia” di ritorno da Honolulu 😹