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Genere: Le Corbusier,
Editore: Electa
Anno: 2023
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 80 Pagine
Isbn 13: 9788892823617
Trama
Progettata da Le Corbusier a partire dal 1950 e completata nel 1995, la cappella di Notre-Dame du Haut a Ronchamp è uno dei massimi capolavori dell'architettura contemporanea. Innumerevoli sono gli studi che le sono stati dedicati e ogni architetto si è confrontato con la sua inedita, sconcertante, originalissima configurazione. Anche un grande architetto come Rafael Moneo ha ritenuto necessario, nel pieno della sua maturità, mettere ordine tra i ricordi e le riflessioni che Ronchamp gli ha procurato e suggerito nel corso della sua carriera. Ne è derivato un libro agile e freschissimo, originale quanto lo sono le osservazioni che offre ai suoi lettori. Ha ragione Moneo: Ronchamp fa parte di un immaginario architettonico indelebile e inscalfibile. Vi si entra e la chiesa sconcerta lasciando il visitatore «inerme e indifeso» di fronte a «un luogo che ha una vita propria», ma che produce una esperienza sensoriale impareggiabile, simile a una caverna dove «non si percepiscono né assi né tracciati», scrive Moneo parlandone come di «uno spazio viscerale». Ronchamp è insieme una meta di pellegrinaggio, un esterno, e un rifugio, un interno, modellati con il solo intonaco imbiancato a grana grossa, uno spazio «indicibile» diceva Le Corbusier, una espressione che trova qui la sua piena dimostrazione, da lui concepita al culmine del suo percorso artistico e intellettuale. Moneo ha scritto una delle più brillanti analisi disponibili del ruolo assegnato alle componenti essenziali dell'organismo della chiesa, i muri, le loro configurazioni, il loro disporsi in pianta, il significato delle convessità delle cappelle e il portentoso movimento della copertura che conclude un tutto a tal punto concepito al servizio del potere di coinvolgere dello spazio da rendere secondario ogni tentativo di ricostruirne il processo costruttivo. Lo scopo di Moneo è di spiegare come Le Corbusier concepì la chiesa, a partire dalla irriducibile duplicità dello spazio sacro, in quanto luogo della preghiera e del culto, come una immensa tenda sotto le cui pieghe il primato della preghiera che si fa comunità viene celebrato.
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