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Questo è un uomo (0)

Davide Camarrone

Genere: Letteratura,

Editore: Sellerio

Anno: 2009

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 90 Pagine

Isbn 10: 8838924511

Isbn 13: 9788838924514

Trama

<i>Questo è un uomo</i> è una storia di finzione, ma potrebbe benissimo essere un vero reportage e non solo perché come un reportage estremo è scritto, ma anche perché è assolutamente verosimile, nelle peripezie terrificanti che racconta: e gli elementi con cui è costruito – i luoghi, i personaggi – non contengono, presi uno per uno, niente di falso, che non sia rintracciabile in altre storie vere, documenti, testimonianze, servizi. Non è mai accaduto, è possibile che accada, forse accade in questo momento. Una donna che «indossava una veste colorata di giallo, rosso, e verde e ciascuno dei colori virava su una tonalità inconsueta; sul capo portava un foulard di seta grezza che ripeteva esattamente quei colori; era alta, di proporzioni assai generose, ed era, soprattutto, nera: di un nero così intenso e vellutato che avrebbe potuto ricordare certi giorni nei quali il sole non ha pietà di alcuno e prosciuga le carni, le brucia, e certe notti del deserto, quando la luna si nasconde, svelando le stelle», si presenta, per più giorni ripetutamente, alla portineria del «Corriere della Sera». «<i>Je voudrais parler avec un journaliste</i>» ripete, e quando finalmente riesce a richiamare l’attenzione di un anziano giornalista, aggiunge: «<i>de Boucouba Osea</i>». Il nome fa sussultare chi l’ascolta. Osea Boucouba, figlio di immigrati, naturalizzato italiano, inviato speciale del giornale, due anni prima aveva lasciato Milano per un servizio più impegnativo: aveva scelto di perdersi nel cuore di tenebra della clandestinità dall’Africa all’Italia per raccontarlo. Adesso questa donna tranquilla e altera viene a riconsegnarne la memoria. Si chiama Fatima, è una nobile senegalese di una famiglia di griot, è una donna-memoria, di quelle genti che di generazione in generazione sono addestrate dalla nascita a ripetere fedelmente le storie dei villaggi. E la sua memoria di <i>griotte</i>, quasi a riconnettere attraverso il tempo e lo spazio, dalle sue origini ancestrali al modernissimo quotidiano, il filo vitale dell’informazione che non si può spezzare, porta in redazione parola per parola il reportage di Osea Boucouba, il quale è stato clandestino, ha lavorato servo di oscuri contadini o di trafficanti spietati ed è stato inghiottito nella marea della più grande migrazione della storia umana e della più grande persecuzione, forse, dopo quella che Primo Levi ha reso eterna in <i>Se questo è un uomo</i>.

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