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Genere: Sociologia,
Editore: Bompiani
Anno: 2020
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 320 Pagine
Isbn 10: 8830102733
Isbn 13: 9788830102736
Trama
La censura è morta, viva la censura. Da quando quella del KGB costringeva Igor e Liana Pomerantsev, lui giornalista e lei documentarista, a lasciare la Russia insieme al figlio Peter, di acqua sotto i ponti ne è passata. Del KGB si parla solo nei film di spionaggio, il regime è caduto e la guerra fredda è finita: il modello democratico occidentale ha vinto a colpi di libera informazione. O forse no? La pluralità di voci che oggi si leva dai social media sembra il frutto maturo della vera democrazia: ciascuno può esprimere il proprio pensiero senza subire né censure né propaganda, descrivendo la realtà come appare agli occhi di chiunque. La stessa esistenza di questa pluralità però cancella l’idea di una realtà univoca e valida per tutti. “Censura tramite rumore” la chiama Pomerantsev, una vera tattica comunicativa: si inondano i social di una tale quantità di fake news che anche i contenuti verificabili si riducono a una delle tante versioni possibili e perdono il loro valore di verità. Dalle Filippine alla Cina, passando per Russia, America Latina, Gran Bretagna e Finlandia, Pomerantsev intreccia la propria storia con quella delle mutazioni subite dall’informazione mostrandoci che abbondanza e mancanza di fonti possono essere la faccia della stessa propaganda, ma soprattutto che non sempre la pluralità di opinioni significa democrazia.
Siamo davvero liberi sul web? Cosa accade, quando navighiamo, ai dati che stiamo condividendo? È nostro dovere essere utenti consapevoli, ecco perché sono felice di annunciarvi l'uscita di un nuovo libro per Munizioni, la collana che dirigo per Bompiani, un libro che considero fondamentale e che ho voluto fosse pubblicato anche in Italia.
Un libro che risponde a queste domande e che spiega come, sul web, sia nei regimi che nelle democrazie, le verità vengano inquinate, sommerse e asfissiate da fake news, da articoli di siti creati unicamente per diffondere notizie false e da centinaia di bot.
"Questa non è propaganda", di Peter Pomerantsev, apre gli occhi sull'informazione online e su come i dati che forniamo alla rete, anche inconsapevolmente, vengano controllati e manipolati.
Pomerantsev, figlio di un giornalista ucraino accusato dal KGB di diffondere letteratura antisovietica e costretto a lasciare l'URSS, conosce bene le forme di censura utilizzate dai governi autoritari per eliminare le voci dissidenti.
Ecco perché, oggi, ci mette in guardia sul paradosso dell'era digitale: siamo di fronte a un'abbondanza di informazioni alla portata di tutti, ma non abbiamo alcuna idea di come funzioni l'algoritmo che le governa, quindi non sappiamo chi utilizzerà i contenuti digitali e in che modo.
E l'algoritmo può essere manipolato, truccato, modificato, portandoci dove vuole, quando vuole, senza che noi ce ne accorgiamo, lasciandoci nell'illusione di poter decidere sempre autonomamente e democraticamente.
E così ci scopriamo marionette, i cui fili invisibili vengono mossi da burattinai senza volto di cui ignoriamo le finalità.
"Questa non è propaganda" è una lettura che cambierà il modo di muoverci nell'informazione online e che ci aiuterà a difenderci dalla propaganda che nasconde.
Roberto Saviano
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