Primo non nuocere. Storie di vita, morte e neurochirurgia (1)

Recensito il 23/07/2023

"L'intervento interessava il cervello, il misterioso substrato di tutti i pensieri e i sentimenti, di tutto ciò che conta nella vita... un mistero, mi pareva, vasto come le stelle di notte e l'universo intorno a noi. L'intervento era stato elegante, delicato, pericoloso e denso di significati. Può esistere qualcosa di più bello, pensavo, dell'essere un neurochirurgo? Avevo la strana sensazione che quella fosse la cosa che avevo desiderato per tutta la vita, anche se soltanto in quel momento me ne rendevo conto. Fu amore a prima vista."

Henry Marsh è un neurochirurgo inglese, ( anche se credo che attualmente sia in pensione ) che con onesta trasparenza racconta questo suo mestiere così complesso. Ne viene fuori un racconto di un'umanità notevole. Il dottor Marsh non ha scritto questo libro per desiderio di autocelebrazione, bensì lo ha fatto per omaggiare la bellezza di questa professione che, inevitabilmente scuote con forza la vita di tantissime persone. Infatti Marsh ci racconta pochissimi dei suoi casi considerati un successo, il cuore del libro sono i suoi errori e fallimenti, da cui scaturiscono riflessioni sulla morte, sulla religione, sul crudele accanimento terapeutico che spesso infliggiamo proprio alle persone che più amiamo. Le parole chiave di questo libro sono paura e vergogna, in effetti sono proprio questi i sentimenti che Henry prova quando da un suo terribile errore di valutazione ne consegue un disastro per i suoi pazienti. Quasi lo visualizziamo quando sceglie con cura le parole da usare con i pazienti e i loro familiari, o quando è frustrato dalla burocrazia o dalla sua fallibilità, o quando apre una scatola cranica. Anzi forse in alcuni punti ( soprattutto all'inizio ) è anche eccessivamente tecnico nel descrivere le sue operazioni. Malgrado la difficoltà di digerire alcune pagine molto dure, l'ho divorato. Bellissimo.