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Genere: Codice civile, Calamandrei, Piero, Diritto-Storia
Editore: Il Mulino
Anno: 2019
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 310 Pagine
Isbn 13: 9788815280565
Trama
Questo libro parla del nostro Codice di procedura civile. Un codice tuttora in vigore, che pur con le opportune revisioni è rimasto sostanzialmente immutato nell'impianto e nella visione complessiva. Messo a punto da una commissione di cui facevano parte Piero Calamandrei, Francesco Carnelutti e Enrico Redenti, per volontà di Dino Grandi, Guardasigilli fascista ma attento custode della tradizione romanistica contro la deriva del diritto libero germanico, fu presentato dallo stesso Grandi al re con una Relazione la cui traccia derivava da un testo autografo di Calamandrei. Un codice nato dunque in pieno periodo illiberale, concepito quando «a poco a poco nella nostra legislazione si introduceva la peste totalitaria». Codice «fascista», come alcuni studiosi hanno ancora di recente sostenuto, o «codice degli italiani», come ebbe a scrivere lo stesso Grandi a Calamandrei nell'agosto del 1943? Grazie a un'accurata ricostruzione storica e filologica predisposta da Giulio Donzelli, corredata da un saggio storico di Guido Melis e Antonella Meniconi e da saggi di esperti di diritto processuale civile quali Claudio Consolo e Romano Vaccarella, il volume propone una rilettura della Relazione, aiutando a distinguere quanto in quel testo sia da attribuire al giurista fiorentino e quanto al ministro e ai suoi collaboratori. E, soprattutto, permette di inquadrare storicamente l'impresa della gestazione del Codice e i rapporti fra Calamandrei e Grandi, grazie anche ad alcuni documenti inediti – riprodotti nell'Appendice – custoditi nella Biblioteca Archivio Piero Calamandrei di Montepulciano a cura della nipote Silvia, con la collaborazione di Francesca Cenni.
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