Tempo di lettura stimato:
5h 40m
Genere: Critica d'arte,
Editore: Fratelli Melita Editori
Anno: 1992
Lingua: Italiano
Rilegatura: Rigida
Pagine: 170 Pagine
Isbn 10: 8840372962
Isbn 13: 9788840372969
Trama
Questo libro raccoglie saggi scritti da Baudelaire in diverse occasioni. E' diviso in tre parti, l'ultima delle quali si può considerare quasi un'appendice. Nella prima il poeta si lancia in una specie di trattazione filosofico-scientifica sull'uso e gli effetti dell'Hashish. La finezza delle sue annotazioni psicologiche, in uno stile di rara limpidezza, rendono l'opera straordinariamente affascinante. Nella seconda parte sono raccoltiuna serie di commenti del libro di De Quincey, "Confessioni di un mangiatore d'oppio". Queste pagine che sembrano a prima vista un estratto del libro citato rivelano invece ad un attento lettore tutto il genio letterario di Baudelaire. E' proprio dal lavoro in margine al testo di De Quinceyche nasce la bellezza incomparabile del suo commento "poetico", più bello dell'originale stesso. La terza parte infine è forse la meno bella ma non certo la meno interessante. L'opera di Baudelaire ha risentito profondamente di tutte le esperienze di vita "sregolata", che il poeta volle assaporare in tutto iol corso della sua esistenza. Queste esperienze sublimate nell'atanor della poesia si trasformarono in oro purissimo. Il "male" su cui i "fiori" crescono viene sì purificato alchemicamente mediante un processo introspettivo in cui poesia e vita si confondono, ma è altrettanto vero che dai "Fiori" del suo "Male" si diffonde anche un profumo che prima inebria e poi annienta.
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