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Mia madre è un fiume (6)

Donatella Di Pietrantonio

Genere: Amore, Drammatico, Sentimentale

Editore: Elliot

Anno: 2010

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 179 Pagine

Isbn 10: 8861921612

Isbn 13: 9788861921610

Trama

Una donna, ormai anziana, mostra i primi segni di una malattia che le porta via la memoria e addirittura se stessa. La sua mente sta piano piano diventando una lunga notte senza luna e soltanto la figlia può aiutarla ad attenuare quel buio, ricostruendo la sua storia, ma anche la loro, gravata da un rapporto «andato storto, da subito». Giorno dopo giorno il dipanarsi quotidiano di piccoli e grandi avvenimenti fa riaffiorare ricordi dolcissimi e crudeli, pieni di vita e di verità, a partire dalla nascita della mamma Esperia e delle sue cinque sorelle, nate da un reduce tornato comunista dalla Grande Guerra e da una contadina dritta ed elegante, malgrado le asperità di un'esistenza di privazioni e sacrifici. In un Abruzzo luminoso e aspro, che si staglia come una terra mitologica e lontana, le fatiche della campagna, l'allegria dei matrimoni, la ruvidezza degli affetti, l'emancipazione dall'analfabetismo e la fine della sottomissione femminile si intrecciano al racconto di una lenta metamorfosi dei sentimenti, in un indissolubile legame madre-figlia che oscilla tra amore e odio, nostalgia e rifiuto. Un libro in cui le vicende personali si uniscono alla storia corale di un'Italia apparentemente così lontana eppure ancora presente nella storia di ognuno di noi.

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La biblioteca di Marghe

Recensito il 12/05/2023

Esperina Viola, abruzzese DOC, nata il 25 marzo del 1942, il volto ormai segnato dalle rughe che raccontano tanti anni di vita; una vita d'amore, di fatiche nei campi, di amicizie, di affetti ruvidi, di emancipazione, passata in un piccolo paese delle montagne d'Abruzzo, in quella parte d'Italia contadina che ai tempi della guerra ancora non conosceva altro che ciò che aveva davanti agli occhi. Ora la vecchiaia la mette a dura prova, la malattia che ha un nome che spaventa, "Alzheimer", le toglie i ricordi, l'identità, il senso di vivere. E' sua figlia ora che se ne deve occupare, la stessa figlia con la quale il rapporto è nato storto, un amore e odio che le ha portate spesso allo scontro; una figlia che le racconta la sua vita, per come la ha percepita lei, senza mezzi termini. E' solo attraverso i suoi ricordi, alcuni belli, altri meno, che Esperia riesce a riconquistare il suo passato, i suoi familiari, i suoi compaesani e in piccola parte il suo io, anche se soltanto per brevi istanti. In un susseguirsi di flashback avverrà una sorta di catarsi tra le due, da sempre molto distanti, ma in realtà cosi unite.

Ammetto di aver nutrito grandi aspettative per questo romanzo che in parte le ha disattese. Ho trovato un po' difficile seguire il flusso dei pensieri della protagonista che passa dal tempo presente ai ricordi del passato in continuazione; l'argomento è indubbiamente molto toccante, il rapporto difficile tra una madre e una figlia è un clichet, ma, nonostante questo, l'autrice riesce a non essere banale e a dargli delle sfaccettature non comuni dovute anche all'ambientazione in cui è narrata la storia: uno spaccato dell'Italia rurale del dopoguerra, tra ignoranza e analfabetismo.