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Editore: Macro Edizioni
Anno: 2022
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 336 Pagine
Isbn 13: 9788865882351
Trama
Non è un segreto che la società odierna stia attraversando una crisi di proporzioni inimmaginabili e, in termini geopolitici ed economici, nulla sarà come prima. La pandemia da Coronavirus ha solamente accelerato questo processo che era già in atto, dietro le quinte, da anni. Ma dove sta andando il mondo? Daniel Estulin, in questa esaustiva e profonda analisi, ci mostra ciò che le élite globali hanno pianificato nell’ombra per imporre un nuovo ordine mondiale. Gli scontri sono inevitabili e ogni giocatore vuole migliorare la sua posizione. Cosa scaturirà dal confronto fra Stati Uniti e Cina? Quali sono i piani del mondo islamico e della Russia per tornare a svolgere il ruolo di giocatori preponderanti? Forse le nuove élite alternative cercano di spezzare l’egemonia della finanza internazionale? Quali scenari attendono l’Europa? La lettura di questo saggio non aiuta solo a intendere i tempi che stiamo attraversando, ma anche a prepararsi al terremoto che sta per sopraggiungere e che il conflitto in Ucraina ha reso irreversibile. «La domanda più urgente a cui dobbiamo rispondere è se nell’affrontare la propria autodistruzione il genere umano sarà sufficientemente saggio da modificare il proprio destino e rinunciare al fallimentare paradigma attuale entro cui si vuole con solidare un impero mondiale ed i conflitti politici si risolvono con le guerre, o si sostituirà questo modello con un esempio etico che sia al tempo stesso, ispirazione dell’immaginazione e speranza per l’Uomo. […] Malgrado intorno a noi si stiano formando nubi intense e scure, io guardo al futuro e vedo delle ragioni per sperare. “Stare vicino ad una montagna maestosa è una benedizione mista”, come segnala il filosofo palestinese Edward Said. “Se ne percepiscono allo stesso tempo sia la generosità dei pascoli che l’abbondanza dei pendii”, e senza dubbio non si può mai essere in grado di vedere dove si stia seduti: all’ombra di quale grandiosità? Nell’accogliente confort di quale certezza? Però, sì, c’è speranza».
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