Tempo di lettura stimato:
8h 30m
Genere: -, Autobiografici, Raccolte
Editore: Garzanti
Anno: 1970
Lingua: Italiano
Rilegatura: Rigida
Pagine: 255 Pagine
Trama
La solitudine dell'infanzia e lo stupore della vecchiaia, i film visti e i libri letti, il lavoro, la musica lirica (il titolo è tratto dal libretto del Lohengrin), la politica, il credere o il non credere in Dio: i brevi saggi qui raccolti somigliano alle pagine di quel diario che l'autrice dichiarava di non essere mai riuscita a tenere. Di certo sono vicini, per affinità tematica e sapienza di racconto, a "Lessico famigliare" e, come altrove nell'opera di Natalia Ginzburg, sono inseparabili dalla vocazione del narrare di sé. Nella loro casualità, nel loro placido disordine quotidiano, affrontano questioni che appartengono a ciascuno di noi. Singolare autoritratto di donna, "Mai devi domandarmi" diventa cosi un'esperienza familiare, un oggetto destinato a farci compagnia giorno dopo giorno. L'edizione è corredata da un saggio di Domenico Scarpa e da un apparato comprendente le notizie sul testo, un'antologia della critica, una bibliografia e una cronologia della vita e delle opere. Introduzione di Cesare Garboli.
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Le recensioni degli AccioBookers
wellreadvenus
«Si è chiesto se scrivere era per lui un dovere o un piacere. Stupido. Non era né l’uno né l’altro. Nei momenti migliori, era ed è per lui come abitare la terra.»
E anche per Natalia scrivere è palesemente “come abitare la terra”, e quindi la sua scrittura è così naturale ed effortless che le si perdona qualsiasi cosa: è nella categoria di scrittori di cui leggerei anche la lista della spesa — che scommetto sarebbe ironica e acuta come ogni altra sua parola.
“Mai devi domandarmi” — come “Le piccole virtù” che ho letto l’anno scorso e forse amato un pochino di più — è una raccolta di saggi brevi sui temi più disparati (che non vi elencherò, perchè come ho detto: *quello* che scrive passa in secondo piano rispetto a *come* lo scrive ✨)