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Lettere del Veggente (1)

Arthur Rimbaud

Editore: Einaudi

Anno: 2011

Lingua: Italiano

Rilegatura: Flessibile

Pagine: 33 Pagine

Trama

Questa lettera, scritta da un infervorato Rimbaud ad appena sedici anni, è fondamentale nell'opera del poeta e si ricollega in qualche modo a quella visione illuminista che considerava il Poeta un profeta con la missione di guidare gli uomini sulla strada dell'avvenire. Il poeta, secondo Rimbaud, deve coltivare sistematicamente le sensazioni estreme, la "sregolatezza di tutti i sensi", per poter giungere all'Ignoto e creare del "nuovo". Rimbaud si augura che anche la donna possa assolvere a tale compito, liberandosi dall'"infinita schiavitù" a cui finora è stata sottoposta. Auspica, infine, l'avvento di un "linguaggio universale" che possa essere compreso da tutti i sensi contemporaneamente.

Le teorie di Rimbaud non sono del tutto nuove: sviluppano, infatti, un concetto accennato qualche anno prima nei Paradisi artificiali di Baudelaire, e riecheggiano idee analoghe espresse altrove: il 1º gennaio del 1862, ad esempio, Henri du Cleuziou aveva scritto sulla rivista progressista Le Mouvement che «il vero poeta è un veggente»; lo stesso autore, peraltro, non si vantava di aver fatto tale scoperta: l'idea, diceva, è tedesca. È infatti una delle concezioni portanti del romanticismo tedesco.

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