Tempo di lettura stimato:
8h 20m
Editore: Sellerio editore Palermo
Anno: 2001
Lingua: Italiano
Rilegatura: Non inserito
Pagine: 250 Pagine
Isbn 10: 883891687X
Isbn 13: 9788838916878
Trama
Tre anni dopo la morte di Mérimée, avvenuta lo stesso anno (il 1870) della caduta di Napoleone III, imperatore dei francesi, sotto il cui regno lo scrittore di Carmen aveva conosciuto gloria e prestigio, considerazione e successi mondani, comparve la sua corrispondenza con una ammiratrice misteriosa. Le Lettere a una sconosciuta ebbero un successo immediato: andarono esaurite in un mese. Il piacere che il lettore sperava da esse era quello che ci si potrebbe aspettare dalla scrittura intima e libera di un personaggio noto per l'acutezza dell'intelletto, grande scrittore e grande seduttore, dotato di un giudizio tagliente, spregiudicato. Uno spirito egocentrico abbastanza da coltivare un'accesa sensibilità verso ogni movimento degli ambienti mondani in cui si trovava inserito - che erano poi, grazie all'antica amicizia con l'imperatrice Eugenia, il cuore della corte -, ma insieme tanto interno al suo secolo romantico, l'Ottocento, da prestare ascolto a ogni moto dell'animo e agli avvenimenti del mondo capaci di accenderlo. Mérimée, inoltre, era un nemico attivissimo della stupidità: e questo lo si sapeva per via degli odi insaziabili che le sue battute gli avevano procurato in vita. Dandy annoiato e scettico amante, mai legato in modo durevole, le donne nutrivano per lui l'attrazione che si aveva per chi si conosce come poco impegnativo, e la curiosità per chi ne fosse l'interlocutrice segreta era un fattore non accidentale dell'interesse di queste lettere. Le quali, in realtà, in questa corrispondenza, sono parte di quella importante e voluminosa testimonianza epistolare che i critici considerano oggi tra le più significative dell'Ottocento francese e, insieme, opera centrale del genio narrativo di Mérimée, che dopo una gioventù di intenso impegno letterario aveva preferito dedicarsi agli studi storici e archeologici, alle testimonianze e a quelli che si chiamavano «fatti diversi» (oltre che darsi a quelle «cose inutili che, se non le facessi, non farei proprio niente»). «Mérimée - osserva Giuseppe Scaraffia nel saggio che accompagna il volume - aveva scritto con una freschezza e una libertà che neppure gli intimi avrebbero immaginato. In quelle righe tutto si mescolava: il linguaggio letterario e il gergo alla moda, i reumatismi e gli scandali politici, l'amicizia e l'amore, i viaggi e i ricordi».
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