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Genere: Classici, Classici moderni, Religione
Editore: Castelvecchi
Anno: 2019
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 95 Pagine
Isbn 13: 9788832823165
Trama
Scritta nel 1942, la «Lettera a un religioso» esprime l'inquietudine spirituale e morale di un'anima davanti al mistero di Dio e della Verità. Ma è anche una forte presa di posizione critica nei confronti della Chiesa e dei suoi dogmi. Attingendo alla cultura classica, alle tradizioni cinesi, egizie e indù, Simone Weil, in una continua tensione di avvicinamento e di allontanamento dal Cattolicesimo, riflette sulla possibilità di un universalismo per il quale ogni religione rivelatasi nel corso della Storia ha colto quelle stesse Verità trasmesse dal Cristianesimo. Un universalismo che non prevede sintesi o forme di sincretismo ma che cerca piuttosto di aprire il Cristianesimo dall'interno, nell'invito a essere cattolici vivendo sino in fondo il significato della parola: universali ma aperti al riconoscimento di ogni scheggia di verità. Perché è la Verità, per Simone Weil, il fondamento e principio normativo del suo Cristianesimo "critico" e illuminista. Con un saggio introduttivo di Pier Cesare Bori.
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Le recensioni degli AccioBookers
wellreadvenus
Giunta agli ultimi anni della sua vita, la Weil scrisse questa lunga lettera ad un religioso in cerca di risposte: gli espose il suo credo e chiese se alla luce di quanto detto potesse essere considerata "appartenente alla Chiesa" e battezzata. Non ebbe mai risposta. Il punto fondamentale della sua lettera è il suo essere "cristiana al di fuori dalla Chiesa", il suo sentirsi vicinissima a Cristo ma lontanissima dalle idee e dall'operato della Chiesa: «Il Cristo ha detto: "Insegnate alle nazioni e battezzate coloro che credono", cioè coloro che credono in Lui. Non ha mai detto: "Obbligateli a rinnegare tutto ciò che per i loro padri era sacro, e ad adottare come libro santo la storia di un piccolo popolo a loro sconsciuto". Mi hanno assicurato che gli Indù non troverebbero nella propria tradizione alcun impedimento a ricevere il battesimo, se i missionari non imponessero loro come condizione di rinnegare Visnu e Siva. Se un Indù crede che Visnu è il Verbo e Siva lo spirito Santo, [...] con quale diritto gli si rifiuterà il battesimo?» «Il Cristo non salva tutti coloro che Gli dicono: "Signore, Signore". Ma salva tutti quelli che con cuore puro danno un pezzo di pane a un affamato, senza pensare affatto a lui.» Un altro argomento che le stà a cuore è la sua convinzione che l'idea della Chiesa di possedere la verià ultima sia errata: vede in Platone, nella Bhagavad Gita o nel Tao Te Ching le stesse 'verità' espresse nei Vangeli. Ammiro tantissimo la Weil per la sua tenace ricerca della Verità, per il suo bisogno di coerenza e risposte, per la sua lucida consapevolezza di quanto la Chiesa sia umana e paurosamente poco cristiana, per la sua capacità di essere arrivata al cuore del messaggio cristiano e aver scartato tutto il resto - se fossi credente, lo sarei come lo è lei. Le due parole che questo libro mi fa venire in mente: onestà intellettuale.