Tempo di lettura stimato:
9h 50m
Genere: Fantastorico,
Editore: Mondadori
Lingua: Italiano
Rilegatura: Rigida
Pagine: 295 Pagine
Trama
"L'albero dei sogni", del 1969, e secondo capitolo della trilogia incentrata sulla figura di Stefano Marcovich, ripercorre la vita del protagonista da quando, decenne, è portato al seminario di Capodistria a quando, a ventitrè anni, nell'estate del '68 (i tempi della tragedia cecoslovacca) passa definitivamente in Italia. E' un lungo periodo di esperienze diversissime, rivissute in tre spazi cronologicamente distinti, a cui corrispondono le tre parti del romanzo. Nella prima: la permanenza del seminario di Capodistria, il successivo comportamento nel collegio salesiano di Gorizia, la nuova permanenza nell'ex seminario di Capris (Capodistria) divenuto frattanto collegio laico, le prime esperienze politiche, l'arresto del padre. Nella seconda: il periodo trascorso a Trieste, dove i Marcovich si sono stabiliti dopo il processo al padre celebrato a Buje, i rapporti alterni con neofascisti e comunisti, il lento spegnersi del padre, l'incontro di Stefano con una giovanissima ragazza ebrea (quella che nel successivo romanzo diverrà poi sua moglie), una crisi religiosa, il ritorno in Istria, la morte del padre. Nella terza: la permanenza di Stefano a Capris come giornalista, poi a Belgrado, ove è iscritto all'università , quindi a Lubiana nella professione di cineasta, poi ancora nella sua terra istriana, e infine l'esodo definitivo in Italia. Tutta questa serie di vicende l'io narrante rievoca con profonde lacerazioni, a causa della convinzione che egli ha di aver sempre tradito tutti e tutto ciò con cui è stato a contatto: rapporti familiari e relazioni erotiche, città e campagna, ideali comunisti e fede cattolica, tradizione paterna e nuove concezioni sociali; e sempre nell'affannosa ricerca del vero fra le contraddizioni della realtà , nella lotta delle idee e delle passioni, in un crescendo di sentimenti di colpa e di rimorso. Ma il libro si conclude con una visione rasserenante, nella consapevolezza dell'espiazione espressa dai "Frammenti di diario": una trentina di pagine che chiudono il romanzo e che riportano sogni e impressioni che Stefano ha registrato nel corso di quindici anni: pagine che sono fra le più belle e più intense di Tomizza, e che recano il senso di una consolante ricchezza ideologica ed umana.
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