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L'acqua del lago non è mai dolce (65)

Giulia Caminito

Genere: Letteratura,

Editore: Bompiani

Anno: 2021

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 304 Pagine

Isbn 10: 8830103241

Isbn 13: 9788830103245

Trama

Odore di alghe limacciose e sabbia densa, odore di piume bagnate. È un antico cratere, ora pieno d’acqua: è il lago di Bracciano, dove approda, in fuga dall’indifferenza di Roma, la famiglia di Antonia, donna fiera fino alla testardaggine che da sola si occupa di un marito disabile e di quattro figli. Antonia è onestissima, Antonia non scende a compromessi, Antonia crede nel bene comune eppure vuole insegnare alla sua unica figlia femmina a contare solo sulla propria capacità di tenere alta la testa. E Gaia impara: a non lamentarsi, a salire ogni giorno su un regionale per andare a scuola, a leggere libri, a nascondere il telefonino in una scatola da scarpe, a tuffarsi nel lago anche se le correnti tirano verso il fondo. Sembra che questa ragazzina piena di lentiggini chini il capo: invece quando leva lo sguardo i suoi occhi hanno una luce nerissima. Ogni moto di ragionevolezza precipita dentro di lei come in quelle notti in cui corre a fari spenti nel buio in sella a un motorino. Alla banalità insapore della vita, a un torto subìto Gaia reagisce con violenza imprevedibile, con la determinazione di una divinità muta. Sono gli anni duemila, Gaia e i suoi amici crescono in un mondo dal quale le grandi battaglie politiche e civili sono lontane, vicino c’è solo il piccolo cabotaggio degli oggetti posseduti o negati, dei primi sms, le acque immobili di un’esistenza priva di orizzonti. Giulia Caminito dà vita a un romanzo ancorato nella realtà e insieme percorso da un’inquietudine radicale, che fa di una scrittura essenziale e misurata, spigolosa e poetica l’ultimo baluardo contro i fantasmi che incombono. Il lago è uno specchio magico: sul fondo, insieme al presepe sommerso, vediamo la giovinezza, la sua ostinata sfida all’infelicità.

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Le recensioni degli AccioBookers

Enrica84

Recensito il 27/05/2021

Ascoltato su Storytel

Ireland🌸

Recensito il 06/06/2021

Come suggerisce già il titolo,“L’acqua del lago non è mai dolce” è un racconto amaro e duro,specchio di una società in cui trionfano il consumismo e il voler apparire vincenti e desiderabili a tutti i costi.Su questo sfondo si dipana la parabola discendente di Gaia,da bambina a giovane donna:la sua è infatti una storia dominata da un perenne e sempre maggiore senso di disfatta in ogni campo della sua vita (famiglia,amicizie,amore,studio/lavoro). Nei confronti di quasi tutto ciò che le accade la protagonista mostra una completa rassegnazione o una rabbia così esagerata tanto da sfociare facilmente nella violenza.È un libro da leggere per la sua attualità e per lo stile ricercato e di impatto dell’autrice.Peró l’ho trovato troppo carico di negatività e disperazione(solo il legame tra Gaia e il fratello sembra portare un po’ di serenità ma l’autrice lo mette da parte molto rapidamente).

Linda

Recensito il 10/01/2022

L'adolescenza, il dare alla propria famiglia colpe più grandi e più ingiuste di quelle che effettivamente si dovrebbe addossare. La sensazione di essere un pesce fuor d'acqua sempre, di essere diversi, di non farcela né ora né mai. Neppure un momento di tregua. Credere, come tipico degli anni della formazione, che quello che sei passi da quello che possiedi, o non possiedi. Da ciò che ti viene negato (a tuo giudizio, pure ingiustamente). L'eterna lotta per ottenere, per restare -letteralmente nel caso del libro- a galla,

federicau

Recensito il 17/05/2022

Una storia alla quale torni a pensare anche dopo averla finita. Ben scritta, ben raccontata, senza inutili "smielatezze" appartenenti solo ai romanzi, rapporti tra persone realistici, con tutto il male e il mancato lieto fine che ne consegue. Un punto davvero apprezzabile, insieme alle contraddizioni che ogni personaggio si porta dietro.

L'inizio è un po' troppo incentrato sulla figura della madre, la protagonista sembra solo una sua spettatrice, ma poi per fortuna se ne distacca completamente. Il problema, però, è che se la storia comincia lasciando intendere l'importanza di questa donna che è la madre, dopo non può abbandonarla completamente a sé stessa. Eppure è quel che succede: nell'ultima parte del libro ci sono pochi cenni alla madre, come a una stella lontana che la protagonista accusa della propria indole e dalla quale capisce di non poter mai essere compresa. 

[SPOILER] Quello che mi ha lasciata incerta è stato il finale. Da una parte sembra che Gaia abbia deciso di affogare tutta la casa per togliersi la vita, ma praticamente parlando com'è possibile una cosa del genere? L'acqua non esce da sotto le porte, dalle finestre, dai lavandini? Come ci si può annegare dentro?

La biblioteca di Marghe

Recensito il 16/08/2023

Gaia è solo una bimba delle elementari quando è costretta a lasciare la sua casa popolare di Roma e a trasferirsi ad Anguillara Sabazia; la mamma Antonia è una donna combattiva, ligia alle regole, una grande lavoratrice, eppure non riesce a farsi assegnare definitivamente la casa popolare dove vivono, nonostante i documenti e tutte le carte in regola. Conosce così una donna con la quale riesce a fare scambio di casa: lei avrebbe avuto la sua casa di Anguillara, più grande e spaziosa, e la donna la casa di Roma, piccola, angusta e di certo non accogliente per una famiglia come la sua di 5 persone. Nei dintorni del lago Gaia si sente sempre più un’esclusa, una reietta, la bambina che tutti scherniscono e mettono da parte; la mamma le dice di studiare e studiare e lei così fa, ma dentro di se cova una rabbia inespressa che d’un tratto inizia a trapelare fino a fuoriuscire come un vulcano quando per la prima volta picchia un suo compagno di scuola che le aveva fatto un brutto dispetto. Da quel momento Gaia capisce di avere una forza mai scoperta prima d’ora, una forza che la porterà si a studiare e a laurearsi ma anche a prendere tante decisioni sbagliate che la segneranno nel profondo.

Purtroppo non mi è piaciuto per niente questo libro su cui invece nutrivo delle importanti aspettative: la narrazione è senza dialoghi, è tutto in prima persona perché chi racconta è Gaia; i fatti che avvengono sono indubbiamente “presi dalla realtà” ma sembrano lo stesso a tratti esagerati. In generale mi ha annoiato e mi ha trasmesso davvero poco.